Vuoi un passaggio? Turista stuprata a Milano, allarme infinito

La violenza nella zona di via Palmanova, a due passi dal parco Lambro

La giovane è stata soccorsa in ambulanza, indagano i carabinieri (Newpress)

La giovane è stata soccorsa in ambulanza, indagano i carabinieri (Newpress)

Milano, 24 settembre 2017 - È già tornata a casa, dall’altra parte dell’Atlantico: «Ora voglio solo dimenticare, ma quello dovete prenderlo». E i carabinieri stanno cercando di farlo: arrestare l’uomo, probabilmente straniero, che una settimana fa ha violentato una turista canadese di 30 anni in vacanza a Milano. Ecco la ricostruzione dei fatti, secondo quanto raccontato dalla vittima.

Sono le 6 di domenica scorsa, Jennifer (nome di fantasia) è appena uscita dal residence in cui ha alloggiato per circa due settimane: cammina in viale Monza, deve raggiungere un terminal bus in zona San Siro (che si trova dall’altra parte della città) per salire su un pullman diretto a Venezia, ultima tappa del suo viaggio in Italia. A un tratto, un’auto guidata da un uomo si avvicina al ciglio della strada: «Vuoi un passaggio?», le chiede l’automobilista. Non è un tassista né un noleggiatore con conducente, solo una persona all’apparenza gentile che si offre di accompagnare la ragazza a destinazione: «Anch’io sto andando da quelle parti». Lei accetta e sale in macchina. La 30enne, che evidentemente non può conoscere bene la periferia nord-est della metropoli, non si accorge che l’auto ha imboccato tutt’altra direzione: non quella che porta alla stazione di Lampugnano, bensì quella che conduce alla zona di via Palmanova, a due passi dal parco Lambro. Zona molto isolata, specie alle prime luci dell’alba, non ci sono palazzi nelle vicinanze.

Lì avviene l’aggressione. L’uomo inizia a palpeggiare la ragazza, che riesce a liberarsi dalla morsa e a scendere dall’auto nel tentativo di scappare. Il balordo, però, la raggiunge e le mette una mano sulla bocca per impedirle di urlare. Poi avviene lo stupro, confermato dai medici del Centro antiviolenze della clinica Mangiagalli. L’uomo prova anche a strappare la borsetta alla vittima (forse per portarle via il cellulare ed evitare che possa chiedere aiuto), ma quest’ultima riesce a resistere. Lui scappa, lei chiama immediatamente i soccorsi. Dopo una notte di cure in ospedale, i militari della compagnia Porta Monforte, coordinati dal capitano Maurizio De Angelis e dal pm Gianluca Prisco, chiedono a Jennifer, con tutta la delicatezza che il caso richiede, di aiutarli a ricostruire a ritroso il percorso fatto in macchina, così da cercare indicazioni su modello e targa del veicolo dalle telecamere di videosorveglianza installate nella zona. In un primo momento, la ragazza sembra ricordare il tragitto, ma poco dopo ha un comprensibile crollo emotivo e viene riaccompagnata in ospedale. Dai filmati ritenuti utili e da eventuali precedenti di aggressioni in zona (negli ultimi mesi due tassisti sono stati portati lì con l’inganno da finti clienti e poi aggrediti e rapinati) sono partite le indagini dei carabinieri, che puntano a risolvere il caso nel più breve tempo possibile: le modalità di adescamento della vittima messe in atto domenica scorsa fanno pensare a un potenziale violentatore seriale.

Intanto, si indaga anche a Roma sul racconto di una 19enne tedesca che ha denunciato alla polizia di aver subìto un tentativo di violenza sessuale in un albergo non lontano dalla stazione Termini. Il giovane che l’avrebbe aggredita dopo una serata trascorsa insieme in un locale è stato identificato e denunciato a piede libero d’intesa con la Procura, anche se, come si legge in un comunicato diramato dalla Questura capitolina, «allo stato non emergono elementi certi che possano confermare responsabilità da parte dell’uomo».

 

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