Al campo giochi la scritta "Vietato l’ingresso ai negri"

In via Donna Prassede, vicino al quartiere Fra’ Cristoforo. L'indignazione dei residenti

La scritta comparsa al campo giochi con svastica e croce celtica

La scritta comparsa al campo giochi con svastica e croce celtica

Milano, 12 maggio 2017 - La scritta è stata notata ieri mattina da alcuni passanti, compresa la presidente dell’Anpi di zona: "Vietato l’ingresso ai negri", la frase corredata da una croce celtica e una svastica di hitleriana memoria comparsa nei pressi di un campo giochi per bambini di via Donna Prassede, vicino al quartiere Fra’ Cristoforo dove una volta c’erano le Cartiere Binda. Una scritta che ha sollevato indignazione tra i residenti di Chiesa Rossa e dintorni, tanto che alcuni volontari si sono immediatamente offerti di cancellare quello sfregio. Non prima, però, di aver scattato un paio di foto poi rilanciate dal presidente dell’Anpi provinciale Roberto Cenati: «Siamo fortemente preoccupati per questa pericolosa e vergognosa deriva razzista, firmata con simboli nazifascisti: questo è l’ennesimo segnale».

Una frase, quella vergata con una bomboletta spray sulla striscia di cemento, sinistramente simile a quella comparsa qualche giorno fa in una frazione di Cuneo: «Noi i negri non li vogliamo», in riferimento al possibile arrivo di un piccolo gruppo di richiedenti asilo nel borgo piemontese. In ogni caso, Cenati ha subito denunciato tutto agli agenti della Digos, che si sono recati sul posto per un sopralluogo. «Il razzismo a Milano non è accettabile ed è ancor più intollerabile che si palesi in un parco giochi per bambini. Vigileremo sempre di più», il tweet del sindaco Giuseppe Sala. «Il sentore è che nella nostra città stia crescendo un pericoloso clima di intolleranza – la ferma condanna del segretario metropolitano del Partito democratico Pietro Bussolati –. Dopo la vandalizzazione di diversi circoli e sedi politiche, le scritte incitanti all’odio razziale comparse al parco giochi di via Donna Prassede sono un fatto gravissimo e preoccupante perché rappresentano una seria minaccia per la civile convivenza».

 

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