Manifesto e "lezione" omofoba davanti al liceo da Vinci

La denuncia del circolo Mieli: clima avvelenato

Il cartellone appeso di fronte alla scuola

Il cartellone appeso di fronte alla scuola

Milano, 7 febbraio 2018 - Un manifesto omofobo alle porte del liceo scientifico Leonardo da Vinci di Milano. «Gay: c'è poco da essere pride», il titolo. «Come infettare il mondo con un mare di malattie legate ai comportamenti omosessuali», il sottotitolo. Non un blitz notturno, anonimo. È successo tutto alla luce del sole: l'autore, un uomo sulla cinquantina, si è presentato al mattino davanti alla scuola per affiggere il suo «decalogo» pseudoscientifico e per illustrarlo punto per punto ai ragazzi: dai casi di epatite quintuplicati a parassiti, verruche e batteri, per concludere con «il tasso di suicidi, di 40 volte superiore rispetto agli eterosessuali».

Alla vista del cartello alcuni genitori hanno bussato subito al Circolo Mario Mieli denunciando l'episodio omofobo. «Ci hanno chiamato molto preoccupati – spiega il presidente, Sebastiano Secci – non conosciamo l'autore ma quel manifesto si inserisce in un clima avvelenato. Ci siamo subito attivati. La parte più disarmante e preoccupante, poi, è quella dei suicidi. Metti un manifesto così, fuori dalle scuole, dove ci sono studenti che magari stanno facendo fatica a dichiarare il loro essere e gli propini un dato sui suicidi ». «Noi non ci stiamo – continua Secci -. Il nostro movimento lavora da decenni per diffondere una cultura della sessualità libera e responsabile, lavorando con dedizione per informare tutti i cittadini sulle infezioni sessualmente trasmissibili che, spiace doverlo ricordare nel 2018, a differenza degli omofobi, non discriminano in base all'orientamento sessuale». La polemica monta sui social pochi giorni dopo un'assemblea d'istituto sui diritti Lgbt seguita dalla lettera di protesta di 11 professori su 72 e dopo denunce di bullismo legate all'omofobia. A fine novembre uno studente di un istituto tecnico milanese era stato picchiato da un branco per il suo orientamento sessuale.

Dalla scuola di via Respighi ribadiscono la totale estraneità: «Questo signore ha cercato di appoggiare il suo cartellone sulla parete del liceo ma un nostro professore l'ha fatto spostare, così lo ha appoggiato su un palo. Non era affisso sulla scuola e con la scuola non c'entra – precisa il vicepreside Guglielmo Pagani –. Nessuna condivisione per idee retrograde, ma questo fatto non implica alcuna connessione con la nostra realtà, aperta e rispettosa dei diritti di tutti. Non ci sono mai stati episodi di intolleranza». Quanto all'assemblea d'istituto finita nel mirino si ricorda la «piena libertà di organizzare assemblee e la piena libertà dei singoli di parteciparvi o meno».

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