MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Bossi sul Naviglio: "Sogno di navigare da Locarno alla Darsena"

Le vie d'acqua sono sempre state utilizzate

In barca sul Naviglio

In barca sul Naviglio

Milano, 1 settembre 2016 - E' un sogno che coltiva da tanti anni: partire in battello da Locarno, arrivare alla Darsena di Milano e proseguire sul Po fino all’Adriatico. Umberto Bossi, fondatore e presidente della Lega, sorride quando gli si pone la domanda: «È vero, ci penso da anni. Navigare da Locarno a Milano. Con la possibilità di arrivare fino a Venezia. Adesso tocca all’economia e alla politica scendere in campo perché il sogno diventi realtà».

Bossi tiene talmente tanto al progetto che sabato alle 15 salirà su un battello sul Naviglio all’altezza di Trezzano sul Naviglio e navigherà per tutto il corso d’acqua fino ad attraccare in Darsena a Milano. Non è finita. Alle 16.30, all’ex Fornace in Alzaia Naviglio Pavese 16, il Senatùr tirerà le conclusioni al convegno «Navigando dalla Svizzera alla Lombardia. Un sogno realizzabile». All’appuntamento, introdotto dai vertici lombardo-milanesi del Carroccio Paolo Grimoldi e Davide Boni, parteciperanno il dirigente dell’Aipo (l’Agenzia Interregionale Po) Luigi Mille e l’assessore regionale alle Infrastrutture Alessandro Sorte. In veste di moderatore ci sarà Roberto Castelli. Bossi ha affidato proprio all’ex ministro lumbard il dossier Locarno-Adriatico. Ed è proprio Castelli a spiegarci nei dettagli il progetto su cui punta il fondatore del Carroccio. Castelli parte da un cenno storico («la Lombardia ha sempre utilizzato le vie d’acqua per il trasporto merci fin dalle chiuse leonardesche»), poi entra nel merito: «Ci sono due progetti collegati tra loro. Il primo riguarda la navigazione turistica da Locarno alla Darsena di Milano con battelli piccoli, con una portata massima di 50 persone. Un tragitto che collega la Svizzera al lago Maggiore fino a Milano. Oggi non è possibile fare in battello tutto il tragitto, servono ancora una serie di lavori, un intervento sulla diga del Panperduto. Il costo? Circa 300 milioni di euro».

Castelli, però, sottolinea che «il secondo progetto è enormemente più importante dal punto di vista strategico: far arrivare dall’Adriatico a Truccazzano, alle porte di Milano, piccole navi lunghe 100 metri e larghe 12 metri. I lavori si dovrebbero concentrare in particolare nel tratto che va da Cremona a Truccazzano. Il progetto, se realizzato, potrebbero creare enormi vantaggi dal punto di vista dell’economicità dei trasporti ma soprattutto un’enorme riduzione dell’inquinamento in Pianura Padana, area sempre sotto scacco dell’Unione europea. Ognuna di queste navi toglierebbe dalle strade 40 autotreni».

L’ex ministro infine, ricorda che «il progetto di navigabilità dall’Adriatico a Truccazzano è già stato recepito dall’Unione Europea come linea di interesse strategico: è inserito nello stesso pacchetto di infrastrutture che comprende i corridorio ferroviari Lisbona-Kiev e Genova-Rotterdam. Ma dal 2011, da quando il centrodestra non è più al Governo, il progetto è stato congelato, anche se già parzialmente finanziato. Serve un miliardo di euro per realizzare i lavori da Cremona a Truccazzano. Una cifra che può sembrare alta ma non lo è considerando quanto sono costate altre infrastrutture: il Mose è costato 5 miliardi di euro, la Salerno-Reggio Calabria 11 miliardi».

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