Giornata della Memoria, mostra sulla Shoah negli aeroporti milanesi

A Linate e Malpensa installazioni e proiezioni continue in inglese

Liliana Segre circondata dai ragazzi a Palazzo Marino

Liliana Segre circondata dai ragazzi a Palazzo Marino

Milano, 16 gennaio 2018 - Una mostra sulla Shoah negli aeroporti milanesi, Linate e Malpensa, organizzata dall’associazione Figli della Shoah in collaborazione con Sea. Filmati, venti pannelli e istallazioni video anche in inglese per raccontare il dramma di quanti furono strappati agli affetti e alle loro «tiepide case» e deportati nei campi di concentramento dal Binario 21 che oggi ospita il Memoriale della Shoah accoglieranno i passeggeri in transito dal 25 gennaio. Una scelta fatta per raggiungere il maggiore numero di viaggiatori (in contemporanea anche in Centrale, al Memoriale) e consentire loro di immedesimarsi nelle storie - quattro - e seguire «quel viaggio» senza ritorno.

Sono alcune delle iniziative che s’inseriscono nel programma per la Giornata della Memoria, annunciate ieri nell’aula del Consiglio comunale. Una delle storie raccontate negli aeroporti porta in via De Amicis 45, dove verrà posata una delle 26 nuove pietre d’inciampo (piccoli blocchi ricoperti di ottone) sotto casa di Michelangelo Böhm e di sua moglie Margherita, morti ad Auschwitz nel 1944. Michelangelo faceva il docente al Politecnico ma con le leggi razziali emanate nel 1938 - di cui decorrono gli ottant’anni - fu allontanato dal Politecnico, radiato dall’albo degli ingegneri, depennato dall’elenco dei soci del sindacato. Tentò la fuga ma finì a San Vittore e da qui raggiunse quel binario sotterraneo della Stazione Centrale. Fino ad Auschwitz, il 6 febbraio 1944. Dalla fine del 1943 all’inizio del 1945, da quei binari sotterranei partirono altri 14 convogli, tutti carichi di un’umanità sofferente e stremata, destinata alla morte nei campi di sterminio nazisti. Dal quello stesso binario, il 30 gennaio 1944, partì anche Liliana Segre, sopravvissuta alla Shoah. Perse il padre, che aveva 43 anni, e i nonni. Una storia tutta italiana che non riguarda solo gli ebrei, ma l’umanità intera e in questo delicato momento in cui tutta l’Europa è scossa da rigurgiti antisemiti e di razzismo diventa ancora più importante ripercorrerla, per noi, per i più giovani.

Liliana Segre, presidente del Comitato milanese delle Pietre d’inciampo ricorda gli antifascisti che «scelsero la parte più difficile, scelsero di stare dalla parte giusta» e per questo finirono deportati. E Roberto Cenati, presidente dell’Anpi provinciale che siede nel Comitato pietre d’inciampo insieme a 13 associazioni, ha ricordato la vicenda dei «concittadini ebrei ai quali dedichiamo quest’anno 13 pietre di inciampo, privati dei loro diritti nel 1938, con l’emanazione, da parte del regime fascista, delle famigerate leggi antisemite, sottoscritte da Vittorio Emanuele III. Quei provvedimenti infami, applicati con meticolosità e con scrupolo dalle autorità italiane, di fatto prepararono la Shoah anche in Italia, alla quale parteciparono attivamente i repubblichini di Salò». Le pietre d’inciampo saranno installate direttamente dall’artista tedesco Gunter Demnig il 19 e 21 gennaio in ricordo dei deportati. Una anche in via Corridoni 1 in memoria di Cesare Fano e sua moglie Silvia che salirono sul convoglio della Segre, ma non fecero più ritorno dall’inferno. stefania.consenti@ilgiorno.net

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