LUCA ZORLONI
Cronaca

"Giusto licenziare il commesso che ha appena compiuto 25 anni"

La Corte di giustizia Ue dà ragione a Abercrombie

Una campagna pubblicitaria del colosso statunitense Abercrombie & Fitch

Una campagna pubblicitaria del colosso statunitense Abercrombie & Fitch

Milano, 21 luglio 2017 - Si può licenziare un dipendente se supera il limite di età indicato in un contratto? La risposta della Corte di giustizia dell’Unione europea è sì. I giudici del Lussemburgo si sono espressi su un caso che contrappone la filiale italiana di Abercrombie & Fitch, il marchio di moda statunitense noto per attirare clienti nei negozi sfoggiando modelli a torso nudo all’esterno, e un ex dipendente, A.B. Il ragazzo è stato licenziato dal colosso americano al compimento dei 25 anni, perché il contratto nazionale che gli era stato applicato ha un tetto massimo di validità: i 25 anni di età, per l’appunto. E questo nonostante il rapporto di lavoro, iniziato il 14 dicembre del 2010, dal primo gennaio del 2012 fosse stato convertito a tempo indeterminato. Il giovane era inquadrato con un contratto intermittente e si occupava di lavorare in magazzino di notte, ma anche coprire all’occorrenza il servizio ai clienti o il presidio alle casse.

Il 30 luglio di quell’anno A.B. riceve un’email dall’ufficio risorse umane di Abercrombie, con cui il responsabile gli comunica il licenziamento. Quattro giorni prima aveva festeggiato il 25esimo compleanno. A.B. ha impugnato il foglio di via. La Corte di Appello di Milano lo ha riammesso al lavoro, ma Abercrombie ha portato il caso in Cassazione. Il giudice si è rivolto alla Corte di giustizia europea, per chiedere se è legittima l’esistenza di un contratto con un tetto massimo di età. E ieri i togati lussemburghesi hanno risposto: sì. Il motivo? «Tale disposizione persegue una finalità legittima di politica del lavoro e del mercato del lavoro e i mezzi per conseguire tale finalità sono appropriati e necessari», scrivono i giudici europei.

La finalità, come ha spiegato un esponente del governo italiano ai giudici, che hanno fatto propria l’osservazione, è «favorire il collocamento dei giovani nel mercato del lavoro onde promuovere il loro inserimento professionale». Quando le candeline superano le 25, però, è lo stesso contratto intermittente a consentire il licenziamento, così come oltre i 55 anni. «La Corte fa un ragionamento giuridico – commenta Alessandro De Palma, giuslavorista dello studio legale Orsigher Ortu – perché riconosce che c’è disparità di trattamento ma questa disparità è legittima, perché è giustificata dall’accesso al mondo del lavoro. Mi vengono in mentre altri casi, come l’apprendistato che ha l’età tra le regole di ingresso o i contratti collettivi dei dirigenti che prevedono mensilità aggiuntive per chi è licenziato a seconda delle fasce di età».

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro