Precipita dal 'palazzo della morte', muore clochard 44enne

Un edificio da anni abbandonato, tra via Lattanzio e via Pietro Colletta. L'assessore Granelli: "Valutiamo azioni legali"

Lo stabile di via Lattanzio (Newpress)

Lo stabile di via Lattanzio (Newpress)

Milano, 14 marzo 2016 - Un clochard italiano di 44 anni è morto dopo essere precipitato da una finestra del palazzo in via Lattanzio, angolo via Pietro Colletta a Milano. Stando ai primi accertamenti della polizia, l’uomo sarebbe precipitato dall’alto nel cortile interno dell'edificio ancora non si sa l’esatta dinamica dell’accaduto. Pare che sia caduto per cause accidentali nella notte tra domenica e lunedì. Il riconoscimento (parziale) della vittima è stato possibile grazie ad una tessera per accedere ad una mensa dei poveri che l'uomo aveva in tasca. A segnalare il cadavere riverso nel cortile interno è stata una persona che abita in un condominio che si affaccia sullo stabile mai completato.

Lo stabile, ribattezzato il "palazzo della morte", è da tempo al centro delle lamentele di molti cittadini della zona Corvetto per il grave stato di degrado in cui versa e per essere un luogo che accoglie disperati in cerca di un riparo di fortuna. "Basta degrado e criminalità", avevano urlato i cittadini durante un presidio, qualche settimana fa. Il palazzo è da anni abbandonato, a causa di fallimenti, passaggi di proprietà e intoppi burocratici ed è diventato una vera e propria favela, in una zona anche piuttosto vicina al centro. "Lo stabile all'incrocio tra Via Lattanzio e Via Colletta - aveva Silvia Sardone, responsabile del dipartimento Sicurezza e Periferie di Forza Italia Lombardia e Davide Ferrari Bardile, portavoce dei comitati di zona - è da anni abbandonato ed è diventato una vera e propria favela, occupato da tempo da delinquenti (spacciatori soprattutto), drogati e ubriachi e tanti sbandati. I 7 piani del "Palazzo della Morte" presentano uno scenario desolante tra rifiuti, aree ristoro, materassi, coperte, macerie, siringhe e veri e propri appartamenti ai piani superiori. Chiunque può accedere e ogni notte sono segnalati oltre 50 occupanti che entrano con una facilità incredibile, senza alcun controllo o barriera che limiti gli ingressi".

GRANELLI: "VALUTIAMO AZIONI LEGALI" - "Quanto avvenuto qualche ora fa in via Lattanzio e' drammatico. Stiamo valutando un'azione legale e la costituzione di parte civile da parte del Comune di Milano in relazione a possibili responsabilita' colpose e danno morale nei confronti della proprieta' dello stabile. Le azioni legali saranno fondamentali anche per evidenziare le criticita' per l'incolumita' dei cittadini in conseguenza dell'abbandono dello stabile". Cosi' Marco Granelli, assessore alla Sicurezza e Coesione sociale, interviene dopo la morte di una persona nel palazzo di via Lattanzio. "Tutto quanto era in nostro potere fare e' stato intrapreso - ha spiegato Granelli - contro la proprieta' privata dell'edificio oggetto di un'intricata vicenda che inizia nel 2010 quando il palazzo, un cantiere in costruzione, e' stato abbandonato. Da allora sono avvenuti numerosi passaggi di proprieta', fallimenti e sentenze. Nel 2012 il Comune d'intesa con il Consiglio di Zona si e' attivato per risolvere la situazione. Sono state numerose e perentorie le sollecitazioni alle proprieta' fino all'ultima sentenza del Tribunale fallimentare dello scorso 2 febbraio quando, dietro richiesta scritta da parte mia e del collega Alessandro Balducci, assessore all'Urbanistica, i giudici hanno determinato la responsabilita' del proprietario. E' stato quindi possibile inviare un'ordinanza contingibile e urgente per ragioni igienico sanitarie e sicurezza a questa societa' che pero' si e' resa irreperibile. Lo scorso 1 marzo abbiamo pubblicato sull'Albo pretorio l'intimazione della messa in sicurezza immediata. Cui seguira', una volta trascorsi i tempi legali che lo consentono, l'intervento diretto dell'Amministrazione. La tragedia di oggi dimostra quanto sia fondamentale rafforzare i poteri di intervento pubblici per agire piu' efficacemente contro i proprietari di edifici abbandonati all'incuria".

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