Coronavirus, ora Almaviva chiude i call center: "È per la sicurezza degli operatori"

La svolta dopo i dissidi interni Entro 48 ore dipendenti a casa L’azienda: pronti a investire nello smart working

Un’operatrice del call center al lavoro

Un’operatrice del call center al lavoro

Milano, 14 marzo 2020 - Almaviva ha deciso: entro le prossime 48 ore verranno sospese tutte le attività nei call center milanesi. Anche nel caso in cui non fosse possibile procedere con lo smart working. «La protezione delle persone, la tutela della loro salute, la sicurezza delle loro famiglie, costituiscono un valore fondamentale - ha spiegato l’azienda in una nota - e il più prezioso degli anticorpi per contrastare e battere il nemico invisibile e devastante».

Un vera e propria svolta dopo la spaccatura creatasi con i lavoratori nelle scorse settimane. Ad agitare le acque in casa Almaviva ci hanno pensato due questioni spinose. Primo, i posti di lavoro a rischio per 180 dipendenti della sede milanese. Secondo, il recente esposto inoltrato dalla società all’Ordine dei medici di Milano, affinché vigili sul numero - definito «anomalo» - di certificati di malattia presentati in questi giorni. Provvedimento che i lavoratori hanno definito come una «intimidazione e un atto irresponsabile e moralmente discutibile».

Ora, invece, è arrivato il cambio di rotta, comunicato dalla stessa Almaviva nella giornata di ieri: «Abbiamo condotto ogni sforzo e assunto tutte le misure prescritte per garantire la sicurezza delle persone che lavorano nei nostri call center - ha spiegato il gruppo - impegnate quotidianamente nel dare continuità ai servizi di assistenza. Il pieno rispetto delle regole è condizione indispensabile, ma oggi non basta. La cautela verso chi lavora deve essere assoluta, la prevenzione deve essere radicale, i call center a rischio zero». «Di fronte all’emergenza più drammatica della nostra storia recente, chi ha responsabilità d’impresa deve assumere scelte nette, farsi parte della soluzione e, senza alcuna esitazione, contribuire ad azzerare i rischi della diffusione virale per spezzare la catena del contagio».

Da qui la decisione di chiudere tutto. Ma ora cosa devono aspettarsi i dipendenti (almeno nel brevissimo periodo)? «Gli operatori dei call center verranno accompagnati nelle nuove modalità di lavoro a distanza, sulle quali viene concentrato ogni possibile investimento e attivato un confronto continuo per la necessaria collaborazione con i principali committenti, e potranno contare sul supporto per loro e per le proprie famiglie, l’assistenza continuativa e l’anticipazione delle mensilità previste dagli strumenti per il periodo di sospensione, anche attraverso un centro di contatto aziendale dedicato». 

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