Tribunale, inizia l’era Bichi «Sul personale è emergenza ma continueremo a innovare»

Il Csm lo nomina presidente all’unanimitàdi di Mario Consani

Roberto Bichi, nuovo presidente del Tribunale di Milano

Roberto Bichi, nuovo presidente del Tribunale di Milano

Milano, 31 luglio 2015 - È Roberto Brichi il nuovo presidente del tribunale di Milano. Lo ha nominato il plenum del Csm (con la sola astensione del consigliere laico Alessio Zaccaria), nell’ultima seduta prima della pausa estiva. Bichi, toscano, 62 anni, area moderata ma senza tessera di corrente, succede dunque a Livia Pomodoro, in pensione da febbraio. In quest’ultimo periodo, Bichi aveva svolto le funzioni di reggente. Il vice presidente di Palazzo dei Marescialli, Giovanni Legnini, che ha votato per lui, ha voluto ringraziare l’ex presidente Pomodoro per lo «straordinario lavoro di questi anni, con una guida forte, autorevole e innovativa del tribunale di Milano, lavoro - ha sottolineato - che potrà essere proseguito dal dottor Bichi, al quale auguro buon lavoro».

Presidente Bichi, ha già in mente le prime cose da fare? «Ma no, è ancora troppo presto per i programmi. Nei prossimi giorni organizzeremo una riunione con tutti i presidenti di sezione e faremo il punto sulle necessità e le urgenze».

Che lei del resto conosce già, perché oltre ad aver retto provvisoriamente il tribunale da febbraio, negli ultimi anni è stato tra i più stretti collaboratori della presidente uscente Livia Pomodoro... «I problemi li conosciamo, sono quelli comuni a tutti gli uffici. E non c’è dubbio che la mia sarà una gestione in continuità con quella di chi mi ha preceduto. Dunque chiederò la collaborazione di tutti».

È opinione diffusa che per molti aspetti il tribunale milanese sia all’avanguardia nell’organizzazione del sistema giustizia. Per esempio in materia di processo telematico. «In effetti, da molti punti di vista il nostro compito sarà soprattutto quello di portare a termine progetti iniziati e dare impulso ad altri già in programma ma non ancora avviati...».

Le maggiori difficoltà da affrontare? «La più pesante, che purtroppo riguarda tutti, è la carenza di personale amministrativo negli uffici. Una situazione già difficile ora, ma che a settembre, dopo le ferie, rischia di diventare ancora più problematica. Da un lato, per i trasferimenti già chiesti e ottenuti da un certo numero di addetti, dall’altro per i pre-pensionamenti che andranno ad incidere sugli organici, visto il blocco del turn-over nel pubblico impiego».

Come se ne uscirà? «Mah, il Governo sta puntando sui trasferimenti interni da altre amministrazioni pubbliche, in particolare il personale delle ex Provincie. Finora si è trattato però di numeri limitati. Staremo a vedere. Questo ad ogni modo è il vero problema: stiamo raschiando il fondo del barile».

Passando dagli aspetti organizzativi a quelli più strettamente giudiziari... «Ci sono settori che andranno senza dubbio rinforzati anche in vista di emergenze imminenti. Pensi ad esempio al tribunale fallimentare che proprio qui a Milano sarà alle prese con la procedura concorsuale del gruppo Ilva: avremo più di 20 mila insinuazioni di creditori al passivo. Riesce a immaginare cosa potrà voler dire un impegno del genere?».

Un evento eccezionale. Ma nella quotidianità? «Questo è un periodo di cambiamenti normativi in corso in settori delicati come quello dell’impresa, dell’attività economica in generale, nelle procedure esecutive. Quando le modifiche introdotte si saranno consolidate, allora potremo fare il punto della situazione e capire dove eventualmente intervenire».

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