Baby-gang rapina coetaneo, il "capetto" aggredisce il padre: preso

Un gruppetto di malintenzionati si è impossessato del telefonino di un ragazzino. Il padre della vittima è stato a sua volta colpito con un pugno, ma sul posto è arrivata la polizia di Davide Gervasi

Baby gang (Foto d'archivio)

Baby gang (Foto d'archivio)

Legnano, 27 ottobre 2014 - Stava camminando nel parco Falcone e Borsellino, a Legnano. Tutto appariva tranquillo. Erano le 16.30 e a quell'ora nei giardinetti non sembrava proprio che potesse succedere qualcosa di spiacevole. Di pericoloso. Ma a un tratto un ragazzino di 15 anni è stato accerchiato da cinque coetanei, a lui sconosciuti. Le loro intenzioni non erano buone. Uno di loro gli ha chiesto in prestito, con tono minaccioso, il cellulare per fare una chiamata. Il ragazzo, intimorito dal branco, non ha potuto fare altro che obbedire.

Il "bruto" ha preso così il telefinino e si è allontanato, seguito poi dai suoi quattro complici. Il tutto è stato però registrato dalle telecamere del Comune. L'intera scena è stata insomma immortalata dal "Grande Fratello" offrendo la prova indiscussa di quanto successo. Sul posto è arrivata subito una volante della Polizia di Stato di Legnano, ma la banda dei cinque aveva ormai fatto perdere le proprie tracce.

Ma verso le 22, in viale Toselli angolo piazza 1° Maggio, è avvenuta la svolta: il giovane rapinato, che era in compagnia del padre, ha riconosciuto il gruppo che lo aveva bloccato nel pomeriggio. Il papà del ragazzo ha cercato così di bloccare il balordo che aveva rubato al figlio il cellulare, ma questo di tutta risposta lo ha colpito con un pugno al volto per poi fuggire. Anche in questo caso sono però arrivati subito i poliziotti che si sono messi all'inseguimento del fuggitivo, riuscendo a fermarlo e a identificarlo. Si tratta di un quindicenne nato a Milano ma di origine tunisina, residente a San Giorgio su Legnano. All'interno della tasca dei pantaloni del fuggitivo, i poliziotti hanno rinvenuto la sim del telefono sottratto al richiedente. Il delinquentello è stato denunciato in stato di libertà ed affidato al padre, così come disposto dal Pubblico ministero di turno.

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