I lodigiani Smokey Fingers tornano con Promised Land

La presentazione sarà il 9 settembre, ma intanto è già uscito il bel singolo "The road is my way"

Gli Smokey Fingers sul set del nuovo video a Caselle

Gli Smokey Fingers sul set del nuovo video a Caselle

Lodi, 7 agosto 2016 - Chiudi gli occhi, ascolti ‘The road is my way’, e ti immagini gli spazi infiniti dell’Alabama. Li riapri e scopri che sì, il sound, la voce, i testi, sono del sud degli Stati Uniti, ma gli Smokey Fingers sono lodigiani doc. La band nata nel 2008 nel segno del southern rock è appena uscita con il nuovo singolo, ‘The road is my way’ appunto, che dal 6 giugno gira su Virgin Radio e che ha un videoclip ambientato nella campagne di Caselle Landi. Ottimo assaggio del nuovo album, il secondo, ‘Promised Land’, con la Tanzan Music di Ospedaletto Lodigiano, che verrà presentato il 9 settembre al KM298.

Una conferma per questo quartetto di musicisti che nella vita fanno altro, ma la cui vita in realtà è il rock. Gianluca Paterniti (44 anni) voce, Daniele Vacchini (35 anni) batteria, Fabrizio Costa (37 anni) basso, Diego Dragoni (37 anni) chitarra hanno fondato gli Smokey Fingers nel 2008, accomunati dalle sonorità calde del southern rock. "Venivamo da altre esperienze in gruppi – spiegano i quattro – ma volevamo cimentarci con testi nostri". Dopo un Ep autoprodotto, nel 2011 esce il primo disco, Columbus Way, sempre prodotto dalla Tanzan Music di Mario Percudani. "Il tema era il viaggio, da un punto di vista musicale – spiegano Gianluca e Diego –. Nei testi raccontiamo tutto, temi introspettivi ma anche storie di provincia, che poi sono storie universali, in cui tutti possono riconoscersi". Il disco di debutto vantava diversi riconoscimenti. È stato votato miglior album di esordio 2011 sul sito svedese Rocknytt, mentre una recensione inglese recitava: "Chiunque ami il southern rock deve avere questo album".

Il tema del viaggio torna anche nel secondo album ma in modo diverso. Se nel primo album c’era il sogno, la speranza, nelle dodici tracce del secondo "c’è più consapevolezza. Una presa di coscienza del fatto che il sogno può anche diventare realtà. L’altro album era più sofferto, inquieto, questo è più solare. È la chiusura di un cerchio". La terra promessa, Promised Land, "è la continua ricerca di qualcosa che neanche sai cos’è. È il sogno che realizzandosi perde alcuni connotati". Lo spunto è partito dal viaggio in America del frontman Gianluca: "Nel 2013 ho scelto di lasciare tutto e partire. Non sono riuscito ad avere il visto per lavorare ma sono rimasto comunque tre mesi e ho girato in lungo e in largo. Da qui ‘The road is my way’".

Non solo dischi. Gli Smokey Fingers hanno suonato molto dal vivo, in Italia ma soprattutto all’estero, "dove in realtà siamo più apprezzati, perché c’è più sensibilità verso la musica originale", spiegano. E così nel 2013 sono stati invitati da una band a suonare con loro in Ungheria per locali, "poi noi abbiamo ricambiato l’invito qui". Poi sono stati non lontano da Praga, a un festival di southern rock, quindi in Francia nel 2014, a un grande motoraduno. "Abbiamo suonato davanti a 4mila, 5mila persone, nonostante la pioggia». Molte date in Italia, ancora nessuno in America, "perché non è facile, noi tutti abbiamo lavori e famiglie. Siamo in bilico tra lasciare tutto e provare a vivere di musica e rimanere così, senza però riuscire a fare di più".