L’acqua invade Rescalda: "La sicurezza dei cittadini deve essere garantita"

Il sindaco di Rescaldina chiede alle istituzioni soluzioni per evitare emergenze come quella avvenuta l'altra notte nella zona di via don Repetti

Rescalda sotto l'acqua

Rescalda sotto l'acqua

Rescaldina, 18 novembre 2014 - Un fiume in piena, come non si vedeva da sessant’anni. Nella notte fra sabato e domenica i residenti nella zona delle vie Don Repetti, Adamello e Monviso a Rescalda. Un tappeto d’acqua alto circa 50 centimetri ha percorso l’area, devastando tutto quello che incontrava: auto, case e garage. Una donna è persino rimasta ferita a causa della cler del proprio garage spinta dalla forte pressione dell’acqua. A una prima stima, i danni si aggirerebbero attorno ai 115mila euro. «Vogliamo capire cosa sia successo e, soprattutto, se avremmo potuto avvisare i residenti» tuonano dal municipio di Rescaldina. Il disastro è stato causato dalla fuoriuscita del fontanile di Tradate, nome che ai rescaldinesi dice poco o nulla. «Certo, perché un evento del genere era successo soltanto una volta sessant’anni fa - racconta il sindaco Michele Cattaneo -. Forse è successo qualcosa che ha fatto cambiare la situazione nel frattempo». Il torrente in questione parte da Tradate e raccoglie l’acqua in eccesso delle fogne dei vari Comuni che attraversa. In passato esisteva un’area di scarico delle acque del torrente nella zona della cava dighiaia, area che però qualche anno fa è stata chiusa. «Il Comune di Gorla Minore ha realizzato due vasche di laminazione, ma non bastano - sottolinea il primo cittadino rescaldinese -. Con le piogge incessanti dei giorni scorsi, le vasche si sono riempite, l’acqua è uscita, ha attraversato la Provinciale ed è arrivata nella zona di via don Repetti. Il superamento della strada sarebbe avvenuto intorno alle 17, mentre ha invaso Rescalda alle 22. Perché nessuno è stato avvisato nell’arco di queste cinque ore?».

Un evento unico e imprevedibile, certo. L’acqua infatti non era mai arrivata neppure a lambire l’abitato. Anche perché c’era un canale di scolo che faceva defluire l’acqua nella cava di ghiaia. Sembra che proprio l’anno scorso la proprietà abbia chiuso il canale per preservare la cava e metterla in sicurezza nel territorio di Gorla. Dopo il disastro di sabato notte, che ha visto forze dell’ordine di Rescaldina, Legnano e San Vittore, vigili del fuoco, Protezione civile ed esponenti politici lavorare per ore insieme ai cittadini, Comune e Protezione civile hanno distribuito sacchi di sabbia ai residenti nella zona. Le circa quindici famiglie coinvolte hanno inoltre sporto denuncia contro ignoti per i danni causati dall’acqua. «Settimana prossima incontreremo Regione, proprietà della cava, i tecnici delle province di Milano e Varese, le istituzioni di Gorla e la Protezione civile per trovare una soluzione che in caso di emergenza metta in sicurezza l’abitato di Rescaldina. Coinvolgeremo anche l’Aipo» aggiunge Cattaneo.