Molteno, mobilitazione per salvare i posti di lavoro alla König

Audizione urgente a Milano e interrogazione a Montecitorio

L'azienda di Molteno

L'azienda di Molteno

Molteno (Lecco), 2 maggio 2016 – Shopping industriale in Italia facendo pagare il conto agli operai: in Regione come in Parlamento non ci stanno e convocano a rapporto gli austriaci della Pewag che hanno rilevato la König di Molteno e che alla vigilia della Festa dei lavoro hanno preannunciato un progetto industriale «lacrime e sangue» con 106 esuberi su 130 unità attualmente occupate. Il 4 maggio a Milano è stato fissata un'audizione urgente presso la sede di Afril, l'Agenzia regionale per l'istruzione, la formazione e il lavoro in Lombardia. L'onorevole democratica Veronica Tentori, che vicino a Molteno abita, ha invece presentato a Montecitorio un'interrogazione altrettanto urgente per chiedere ai governanti nazionali di intervenire. Intanto ieri, ricorrenza del I Maggio, le tute blu che rischiano il posto sono scese in piazza a Lecco per protestare contro quello che in gerco viene chiamato piano di ristrutturazione e che nei fatti rischia di tradursi nello smantellamento del polo brianzolo e nel licenziamento di quasi tutti gli addetti per trasferire le linee produttive delle catene invernali da neve nella sede di Brückl, in Carinzia, e a Vambeck e Ceská Trebová in Repubblica Ceca. La König è stata fondata nel 1966 per finire poi nelle mani degli svedesi della Thule e quindi nel settembre 2015 essere inglobata nel gruppo Schneeketten Ag della Pewag. Nei capannoni che si affacciano sulla Superstrada 36 prestano servizio soprattutto persone della zona. Sia a causa della diffusione sempre maggiori degli pneumatici invernali sia delle stagioni senza neve vendite e fatturato hanno subito un crollo, anzi un tracollo, nonostante le promesse di un rilancio dell'attività. Le nuove normative occupazioni purtroppo non aiutano. Operai e impiegati sono tutti molto giovani, l'età media si aggira sui 45 anni, nessuno può disporre di eventuali prepensionamenti o incentivi all'esodo. Chi poteva andarsene, una ventina in tutto, nel 2014 lo ha già fatto. Risulta difficile pensare pure ad altri ammortizzatori sociali, con il job act la cassa integrazione è prevista solo nelle società dove si è ricorso ai contratti di solidarietà e non per quelle dove si prevede la cessazione dell'attività o dove sono stati ceduti rami di azienda.