Troppe morti, paura a scuola. Il preside: "Servono controlli"

Lecco, lettera a prof e famiglie. In campo il medico del lavoro

Il dirigente Carlo Cazzaniga

Il dirigente Carlo Cazzaniga

Lecco, 9 luglio 2017 - L'ultimo decesso tra le fila dei professori e dei dipendenti dell’Istituto superiore statale “Giuseppe Parini” di Lecco è stato quello dell’insegnante di religione, scomparso a fine giugno ad appena 58 anni, stroncato da un cancro. Prima di lui era stata la volta di un ex preside e poi di altri docenti e anche di una bidella. Almeno dieci persone morte nel giro di appena un lustro, tra chi prestava ancora servizio e chi si era trasferito altrove o era in pensione, tutti relativamente giovani e tutti per tumore. Tanti, forse troppi decessi perché si possano giustificare con la statistica. Così la pensa anche il dirigente scolastico Carlo Cazzaniga, che in merito ha scritto una lettera a tutti suoi sottoposti e collaboratori e ai genitori dei ragazzi che frequentano il plesso, sempre più preoccupati per la serie anomala di lutti.

"Siamo stati in questi anni profondamente toccati dall’aver perso colleghi e colleghe – ha spiegato il preside – Sconcertati dal susseguirsi di questi tragici e dolorosi eventi, ci siamo chiesti se tra essi ci sia un collegamento o delle cause in qualche modo riconducibili all’edificio o al sito che ospitano la nostra scuola". Per fugare i dubbi, l’altro pomeriggio ha anche convocato una riunione d’emergenza con i responsabili interni della prevenzione, il medico del lavoro e i funzionati dell’amministrazione provinciale, l’ente proprietario del polo didattico. I dati disponibili non sono molti, le normative sulla privacy impediscono di conoscere con esattezza le cause della morte di quanti sono scomparsi. Dagli accertamenti effettuati, tuttavia, non sono emersi particolari fattori di rischio: durante i ripetuti interventi di manutenzione e restauro non è stato trovato amianto e gli esperti del Centro ricerche dell’Enea di Bologna - l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile - hanno inoltre riscontrato parametri di gas radon assolutamente nella norma.

"Ciononostante, il nostro medico del lavoro si è impegnato ad approfondire lo studio riguardo alle patologie che hanno colpito i nostri colleghi, al fine di escludere con assoluta certezza qualsiasi causa ambientale specificamente legata al nostro istituto», sottolinea il preside Cazzaniga. Che aggiunge: «Certo, nessuno di noi può dire di vivere in un ambiente completamente sano e del tutto privo di rischi. Quanti e quali siano i fattori d’inquinamento o di contaminazione dell’ambiente lo sappiamo. Ma davvero questo è tutto un altro discorso".