Alpini e partigiani lecchesi a Vigevano per la beatificazione di Teresio Olivelli

La delegazione è stata guidata dal presidente di Villa Locatelli Flavio Polano

Una parte della delegazione lecchese a Vigevano

Una parte della delegazione lecchese a Vigevano

Lecco, 3 febbraio 2018 – C'erano anche molti lecchesi quest'oggi a Vigevano per la beatificazione dell'alpino Teresio Olivelli, oiginario di Bellagio, dove è nato il 7 gennaio 1916, e morto in un campo di sterminio a Hersbruc, in Baviera, il 17 gennaio 1945, picchiato a morte per aver difeso un compagno di prigionia da un kapò. Alla solenne cerimonia hanno partecipato il presidente di Villa Locatelli  Flavio Polano, le penne nere dell'Ana, guidate da Luigi Aldeghi della sezione di Cassina e Moggio, i partigiani dell'Anpi provinciale, tra cui Antonello Galli, Pierfranco Mastalli e Giancarlo Salvi, il presidente della federazione provincia dell'istituto Nastro Azzurro Mario Nasatti, don Lucio Galbiati parroco della comunità pastorale Regina dei Monti e i sindaci Guido Agostoni di Pasturo e Roberto Combi di Cassina Valsassina.

Il nuovo beato faceva parte delle Fiamme Verdi, una formazione di ispirazione cattolica di combattenti per la libertà e la liberazione dai nazi-fascisti. Sua mamma Clelia Invernizzi era valsassinese di Cremeno. A Lecco c'è una lapide, inaugurata il 25 aprile 1977, in via Antonio Mascari che lo ricorda nel luogo dove in una tipografia veniva stampata abusivamente la sua preghiera “Signore facci liberi”, più conosciuta come “Ribelli per amore, e del foglio partigiano “Ribelle”.