Lecco, apre la caccia ai cinghiali: nel mirino oltre duecento esemplari

Già catturato un esemplare di più di 100 chili. Il piano di abbattimenti per la Valvarrone e la Valsassina

Cinghiali

Cinghiali

Premana (Lecco), 2 luglio 2017 -Ieri è stata aperta, per la prima volta in provincia di Lecco, la caccia al cinghiale nel comprensorio della Valsassina e della Valvarrone. Un primo cinghiale, un maschio di 102 chilogrammi, è stato abbattuto a Premana ma sono oltre 200 gli esemplari che dovranno essere cacciati. Dopo anni di dibattiti, discussioni e scontri, che si sono sovrapposti ai molti danni provocati dai cinghiali sul territorio ora la Regione ha dato il via libero agli abbattimenti. Marco Cendali di Federcaccia spiega: «Il piano di abbattimenti prevede 165 capi in Valvarrone e 45 nel settore Valsassina per un totale di 210 e i cacciatori autorizzati sono un centinaio».

La caccia resterà aperta fino al 17 dicembre e ogni cacciatore riceverà due bracciali per le catture. Da inizi dicembre oltre alla caccia di selezione, quindi fatta da distanza con la carabine, sarà attivo anche il sistema della «girata» con apertura fino a fine gennaio. «Per la Valvarrone – spiega Cendali – è stato tenuto in considerazione il piano presentato dal nostro tecnico faunistico mentre in Valsassina la richiesta era di 22 capi ma la Regione ne ha autorizzati più del doppio quindi 45. Abbattere 210 cinghiali significa dare un buona riduzione della presenza di questi animali non autoctoni, ma non sarà facile riuscire a raggiungere questo risultato. Sono numeri importanti che servono al contenimento, eradicare del tutto i cinghiali è praticamente impossibile. Abbiamo un incremento annuo per cinghiale del 200%. Questi numeri si fanno su dei censimenti perchè stimare la popolazione esatta è impossibile. Ma riteniamo questi numeri congrui alla realtà che si vive sul territorio». Gli «ungulatisti» che da ieri possono sparare sono una settantina sul territorio a questi si aggiungeranno da dicembre quelli che fanno la «girata» che prevede l’uso di cani e una forma di caccia collettiva che potrebbe produrre diversi abbattimenti. I capi abbattuti verranno portati nelle celle frigorifere, poi saranno sottoposti agli esami clinici per la «trichinella» facendo l’esame del diaframma e se sarà sano verrà riconsegnato al cacciatore.

«I capi – aggiunge Cendali – sono di chi li ha abbattuti che può anche venderne uno. Questo significa che potrebbe esserci un certo interesse anche per i ristoranti per proporre piatti a base di cinghiale. In futuro gli abbattimenti potrebbero crescere perché l’11 luglio in Regione dovrebbe passare in Giunta la nuova legge sulla caccia ai cinghiali che prevede che si potrà abbattere anche un terzo cinghiale però questo capo dovrà essere pagato 51 euro». Per l’attività venatoria l’apertura della caccia a questi ungulati è una vera rivoluzione sul territorio. La Provincia di Lecco, a differenza di Como, si è sempre rifiutata di aprire la caccia preferendo usare gabbie per la cattura, abbattimenti affidati alla Polizia provinciale e tentando delle «girate» ma i risultati non hanno risolto il problema.