Colico, «Ho preso la pistola e l’ho lanciata, ma lo rifarei ancora»

Il racconto dell’uomo minacciato con l'arma e poi massacrato di botte domenica sera

Il luogo dove è stato aggredito

Il luogo dove è stato aggredito

Colico (Lecco), 24 febbraio 2015 -  "Rifarei quello che ho fatto. Sia dire di non fare atti di vandalismo sia strappare la pistola di mano a chi mi minacciava». Non ha dubbi il 33enne colichese che domenica sera è stato minacciato con una pistola, poi picchiato a sangue da tre individui sconosciuti nel centro di Colico di fronte alla stazione ferroviaria. «Io stavo andando a prelevare al bancomat – spiega l’uomo ferito di cui per ragioni di sicurezza non si può rivelare il nome – quando ho visto queste tre persone che prendevano a calci i sacchi della pattumiera. Un comportamento assurdo e gli ho fatto un commento, non ricordo nemmeno bene cosa, ma volevo che smettessero.

In un attimo mi sono venuti incontro e uno ha tirato fuori una pistola e me l’ha puntata contro. Istintivamente, senza nemmeno pensare, l’ho strappata dalla sua mano. Una delle ultime cose che ricordo chiaramente è la faccia sorpresa che ha avuto, poi mi sono girato e l’ho lanciata in un giardino e li è iniziato il pestaggio». Il 33enne colichese, di professione autista in un’azienda del paese, ricorda una serie di particolari che certamente potranno essere anche di aiuto ai carabinieri che stanno facendo le indagini: «I tre che mi hanno aggredito non li avevo mai visti, però erano certamente italiani e dall’accento, per quelle poche parole che ho sentito, direi che erano anche della nostra zona. Non ricordo che cosa mi hanno detto, ero impegnato a difendermi dalle botte. Credo di aver dato pure io qualche colpo a loro perché sono abbastanza robusto. Però erano tre e hanno avuto il vantaggio del primo colpo.

Quando io ho strappato la pistola mi sono girato per vedere dove la buttavo perché non volevo che la riprendessero o che andasse persa. Sapevo che qualcuno l’avrebbe recuperata a prescindere da come andava a finire. Dopo averla lanciata mi è arrivato un pugno, ho reagito in qualche modo ma erano in tre e picchiavano». La prognosi è di 15 giorni per la guarigione e il colichese spiega: «Ho un dolore forte alle costole, mal di testa, ginocchio e caviglia gonfi e una decina di punti sul sopracciglio. Non so bene quello che è successo, ricordo i pugni, ma credo di aver preso anche dei calci quando ero a terra». In soccorso del 33enne non è intervenuto nessuno durante il pestaggio e il ferito spiega: «Non è intervenuto nessuno ma perché non c’era nessuno che poteva intervenire. C’era solo un ragazzino molto giovane e ha fatto bene a non intervenire perché altrimenti sarebbe finito male anche lui.

Però appena i tre sono scappati lui mi ha aiutato e ha chiamato l’ambulanza. Non so chi fosse ma vorrei ringraziarlo per aver fatto il possibile per aiutarmi». Infine il colichese ribadisce: «Se vedessi ancora fare atti vandalici non mi tirerei indietro e la stessa cosa per la pistola, anche se quello che ho fatto non è stato pensato. Ho agito d’istinto, non potevo fare altro, ho visto l’arma e l’ho presa per buttarla via».