Loredana Bertè e le sue amiche: il tour della rinascita

Serata giovedì 26 ottobre all’Alcatraz con tanti successi di ieri e oggi

Loredana Bertè termina stasera all’Alactraz il tour italiano 2016

Loredana Bertè termina stasera all’Alactraz il tour italiano 2016

Milano, 26 aottobre 2016 - Non avrà fatto pace col mondo, ma almeno ha imparato a conviverci. Tornata in hit-parade grazie a Fiorella Mannoia, che per i suoi quarant’anni di carriera le ha costruito attorno una bell’album di duetti come “Amici non ne ho… ma amiche sì!”, Loredana Bertè sbarca oggi all’Alcatraz per l’ultima tappa dell’ “Amiche Sì! Tour”. Un’ultima passerella per centellinare il retrogusto forte e deciso di quel Loredana & friends che è stato il mese scorso a Verona “Amiche in Arena”, dodicimila biglietti venduti senza appendere in strada un solo manifesto. L’album dal vivo registrato per l’occasione dal “Pettirosso da combattimento” assieme alla stessa Mannoia, a Gianna Nannini, ad Elodie, a Paola Turci, ad Elisa, a Noemi, a Bianca Atzei, a Nina Zilli, ad Aida Cooper, ad Antonella Lo Coco, ad Irene Fornaciari, ad Emma, ad Alessandra Amoroso, ad Irene Grandi e a Patty Pravo esce l’11 novembre. A ciascuna Loredana ha voluto legare una sua canzone e con ciascuna (o, almeno, con molte di loro) condividere un ricordo.

Basta pensare che fu proprio lei a rifiutare “Pensiero stupendo”, poi girata da Ivano Fossati alla divina Patty. “Loredana non ha mai cantato così bene; è come se sua sorella Mia Martini le fosse caduta dentro” assicura Fiorella facendo il punto sulla Bertè di oggi e puntare il dito sul ritorno di un “girl power” capace di ribadire, se mai ce ne fosse stato il bisogno, “che fra noi donne non esiste competizione, ma solo la coscienza che assieme si vince”. Potendo realizzare ancora un desiderio dice che le piacerebbe doppiare un film di Tim Burton. “L’unico che ho fatto, finora, è stato quello a me stessa nello spot della Felce Azzurra; dove cantavo e me magnavo la bolla de sapone”. Eppure la madre di tutte le rockeuse italiane nella sua tumultuosa autobiografia “Traslocando” si boccia da sola, ammettendo senza troppi giri di parole che “alla fine è stata una vita del ca…, una partita persa, una mano sfortunata”. O forse il gioco di un destino che ha preteso troppo.

“Ogni giorno penso alla perdita di Mimì e niente riesce ad alleviare la ferita più grande della mia vita; una sorella o un fratello a volte si danno per scontati e si sbaglia, di molto. Mimì era l’oceano. Profonda e irrequieta. Era la fine del mondo. È stata infamata ne ha sofferto tanto. Troppo. De Gregori la chiamò perché aveva scritto «La donna cannone» per lei. Ma in quel periodo aveva deciso di non cantare più e la rifiutò”. Se c’è una cosa che Loredana salva di un’esistenza passata sulle prime pagine dei settimanali, però, è la musica. Quella di un repertorio inarrivabile (“la mia Treccani”) firmato da Ivano Fossati, Mario Lavezzi, Daniele Pace, Oscar Avogadro, Enrico Ruggeri, Mango, Pino Daniele e altri.L’ultimo ad aggiungersi all’eletta schiera, quel Luciano Ligabue che la descrive come la più punk delle cantanti peninsulari, in uno dei due inediti di “Amici non ne ho… ma amiche sì!” racconta il suo vissuto con parole che crepitano in bocca: “È andata così comunque tutto compreso, chissà cosa mi fa cantare i fatti miei, è andata che mi hanno lasciato il microfono acceso, ma forse non serve nemmeno…”.