Imprenditori bersagliati dalle tasse: in cinque anni pagano il 9% in più

I Comuni sotto la lente di Assolombarda: fisco salato nei grandi centri

Un contribuente

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Milano, 4 aprile 2017 - Dal 2011 la crescita è stata costante. La pressione fiscale dei Comuni delle province di Milano, Lodi e Monza è aumentata di anno in anno e in cinque anni le imprese hanno visto aumentare del 9% le tasse per uffici e capannoni. Tra Imu, Tari, Tasi, addizionale Irpef e oneri di urbanizzazione il conto più salato tocca agli imprenditori che gravitano su Milano, seguiti da quelli di Sesto San Giovanni, Paullo, Rozzano e Bollate. Gli uffici pagano oltre 16mila euro di imposte locali ogni anno all’ombra della Madonnina, mentre i capannoni fino a 61mila. Al contrario, più si esce dall’orbita del capoluogo lombardo e dai centri più grandi e ci si avventura nella provincia profonda, più le imposte calano e nessuno fa concorrenza a Castelnuovo Bocca d’Adda, circa 1.600 anime in provincia di Lodi. Seguito da Cornovecchio, Cavacurta, Orio Litta e Montanaso Lombardo.

I risultati arrivano dal quinto rapporto sulla fiscalità locale di Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza, che ha preso in esame la pressione fiscale di Imu, Tari, Tasi, addizionale Irpef e oneri di urbanizzazione in 250 Comuni delle province ambrosiana, brianzola e di Lodi. I parametri presi in considerazione per stilare la classifica sono quelli di un capannone di cinquemila metri quadri e di un ufficio di 500 metri quadri. Imu, Tasi e oneri di urbanizzazione non si muovono. Per le prime è decisivo il blocco al rialzo determinato dalla legge di stabilità del 2016, anche se, evidenziano da Assolombarda, «nessuna Amministrazione è intervenuta per rivedere le imposte al ribasso». Anzi, dal 2012 al 2016 gli importi legati a queste due imposte sono cresciuti complessivamente dell’11,3% per gli uffici e del 22,1% per i capannoni.

In genere anche gli oneri di urbanizzazione non si sono mossi, anche se in cinque anni sono cresciuti del 4%. Unica eccezione Baranzate, che ha diminuito gli oneri di quasi il 30%. Tari in controtendenza. È calata nell’ultimo anno e in cinque anni i capannoni hanno pagato il 13,5% per la tassa sui rifiuti, mentre agli uffici è toccato il 2,7% in più. «Da alcuni anni abbiamo avviato un confronto costruttivo con le Amministrazioni locali sul tema della fiscalità - spiega Carlo Bonomi, vicepresidente di Assolombarda con delega alla fiscalità e in corsa per la successione al presidente uscente Gianfelice Rocca -, che ha portato per esempio ad importanti agevolazioni per i nuovi insediamenti produttivi e le startup a Milano, Sesto San Giovanni e Rho; alla rimodulazione del carico impositivo di Imu e Tasi a Lainate e Melzo; alla semplificazione nei pagamenti delle imposte a Lissone».Per Bonomi nella corsa al post Brexit bisogna pensare a un expat hub, ossia una piattaforma dove «l’espatriato che deve venire in Italia fa tutte le pratiche burocratiche». E in vista del rilancio della città il vicepresidente ha proposto di candidare per le Olimpiadi del 2028 il triangolo «Milano, Genova e Torino».