Nato da madre surrogata: il piccolo Tommy ora sarà adottato

La Cassazione: vietati in Italia accordi con madri surrogate straniere. Il partì da una segnalazione dell'ufficio Anagrafe del Comune ai carabinieri di Pier Giorgio Ruggeri

Neonati in un ospedale

Neonati in un ospedale

Crema, 12 novembre 2014 - Non tornerà più a casa Tommy (il nome è di fantasia), il bambino concepito tre anni fa in Ucraina da madre surrogata e portato in Italia da una coppia di cremaschi. La corte di Cassazione ha deciso oggi con una decisione storica per l’Italia, che sono da considerare vietati gli accordi tra madri surrogate straniere e coppie italiane. Con questa sentenza il bambino, che è stato tolto alla coppia cremasca due anni fa e che da allora è legalmente figlio di nessuno, diventa adottabile. «Non ho ancora preso visione della sentenza— dice l’avvocata Cecilia Rizzica, che difende gli interessi dei due aspiranti genitori —. Vorrei prima leggere e poi commentare. Certo, per i miei assistiti è un colpo tremendo».

La vicenda aveva fatto scalpore in tutta Italia già due anni fa. I due cremaschi cinquantenni non riuscivano ad avere figli e si erano decisi a rivolgersi a una clinica ucraina per esaudire il loro desiderio. La clinica aveva effettuato gli accertamenti e aveva trovato una donna disposta a fare da madre surrogata. Il marito aveva inviato via posta il suo seme e dopo qualche tempo era arrivata la notizia che la madre surrogata era rimasta incinta di due gemelli. A settembre 2012 la donna aveva partorito: uno dei due piccoli era morto, l’altro era stato dato alla coppia cremasca con tutte le carte in regola — per l’Ucraina — e dietro compenso di 30mila euro. Una volta giunti in Italia con il certificato dell’anagrafe straniera che asseriva la paternità e la maternità della coppia, i due neogenitori erano andati in Comune per iscrivere il figlio, ma qui erano cominciati i guai. L’ufficiale comunale aveva avvertito i carabinieri e il bambino era stato tolto alla coppia.

Non era finita qui: dall’esame del Dna era emerso che il piccolo non era figlio di nessuno dei due cremaschi, neppure del padre. Ciononostante i due avevano chiesto a gran voce di riaverlo. Erano anche stati incriminati per alterazione di stato e sono tuttora sotto processo. Nel frattempo la questione era giunta fino alla Cassazione che proprio ieri ha preso la decisione di togliere definitivamente Tommy ai cremaschi e di dichiararlo adottabile, in quanto la madre surrogata non è riconosciuta e il bambino in Italia è figlio di nessuno. Quindi adottabile.