Oltrona San Mamete, ritrovato nel bosco il corpo di Salvatore Deiana

Lo cercavano da mesi, era sotto un metro di terra

Antonella Deiana mostra le foto dei fratelli scomparsi, Salvatore e Antonio

Antonella Deiana mostra le foto dei fratelli scomparsi, Salvatore e Antonio

Oltrona San Mamete (Como), 25 febbraio 2015 - Da oltre due mesi lo cercavano sul lato destro del sentiero, ma lui stava esattamente dalla parte opposta. In mezzo a un groviglio di sterpaglie, alberi, fango. Seppellito a poco più di un metro di profondità, coperto da uno strato di calce. Gettato nella fossa a faccia in giù, sembrerebbe. Il corpo di Salvatore Deiana è riaffiorato ieri, dopo settimane di scavi in una zona boschiva di Oltrona San Mamete. Esattamente nel luogo indicato da Giuseppe Monti, 34 anni di Bregnano, uno dei due autori del suo omicidio, ma anche da Luciano Nocera, quando ha deciso di mettersi a disposizione degli inquirenti entrando nel programma dei collaboratori di giustizia. Pur non essendo stato presente al seppellimento, era stato subito avvisato di quell’omicidio, dei motivi per cui era avvenuto e del luogo in cui Franco Virgato, 44 anni di Appiano Gentile - raggiunto anche lui da ordinanza di custodia cautelare chiesta dal sostituto procurate di Como Massimo Astori – lo aveva nascosto.

Al seppellimento, la sera del 9 aprile 2009, era presente anche Monti, che ricordava perfettamente il luogo in cui si erano inoltrati in tre – con loro c’era anche Andrea Zemolin, morto a 45 anni nell’ottobre 2009 in un incidente avvenuto a Cantù, dove viveva – e dove aveva trovato la fossa già pronta. Tuttavia, a sei anni di distanza, ritrovare i punti di riferimento precisi in un bosco dove era stato una sola volta, non è stato facile. Nocera aveva indicato il luogo, mediamente vasto e soprattutto impervio, ma la zona era stata notevolmente circoscritta dopo l’arresto di Monti, quando le indicazioni si erano fatte più precise. Accompagnato sul posto dagli inquirenti dalla Squadra Mobile della Questura di Como, aveva cercato di ricordare, ma non era stato abbastanza dettagliato. Anche perché nel frattempo, su quella buca sono cresciuti arbusti, si è stratificato il terreno e la pioggia ha reso tutto omogeneo. Rendendo impossibile individuare il punto esatto con un colpo d’occhio.

Per ritrovarlo, gli antropologi del Labanof di Milano, assieme alla Polizia Scientifica di Como, per settimane hanno fatto ripulire dall’escavatore uno strato superficiale del terreno, sufficiente a individuare le alterazioni di colore della terra e della sua consistenza. Come avvenuto ora, quando è riaffiorato un rettangolo di colore differente. Una tecnica con la quale vengono individuati seppellimenti vecchi anche di decenni, che anche in quest’occasione si è rivelata di una precisione assoluta. Il punto era apparso già lunedì pomeriggio, ma per avere la certezza che lì sotto ci fosse effettivamente il corpo di Salvatore Deiana, si è dovuto scavare.

Qualche ora di lavoro, per arrivare a vedere quello stato di calce gettato sopra il corpo. Per tutta la giornata di ieri, gli archeologi hanno lavorato pazientemente alla rimozione di ogni parte del corpo di Deiana, ormai ridotto allo stato di scheletro. Ogni parte di terra è stata passata al setaccio per preservare la presenza di parti anche non visibili ad occhio nudo. Inoltre, l’estrazione delle ossa dal sepolcro, è stata fatta preservando le stratificazioni del terreno e dell’ambiente naturale, da cui possono derivare informazioni importanti in termini di datazione e modalità degli accadimenti.