Omicidio di Guanzate, una svolta nel giallo: fermato un 44enne

Un errore di pochi metri, ma sufficiente a far finire tre colpi di pistola all’interno dell’abitazione sbagliata. I proiettili esplosi la sera del 4 giugno in via Risorgimento a Bulgorello di Cadorago, e finiti nel frigorifero e nel divano di Andrea Faotto e Livia Pedretti, erano molto probabilmente destinati a Ernesto Albanese, che viveva in uno degli appartamenti confinanti, nello stesso cortile di Paola Pioppi

Giallo Guanzate, il luogo dove è stato ritrovato il corpo (Cusa)

Giallo Guanzate, il luogo dove è stato ritrovato il corpo (Cusa)

Guanzate (Como), 9 ottobre 2014 - Un errore di pochi metri, ma sufficiente a far finire tre colpi di pistola all’interno dell’abitazione sbagliata. I proiettili esplosi la sera del 4 giugno scorso in via Risorgimento a Bulgorello di Cadorago, e finiti nel frigorifero e nel divano di Andrea Faotto e Livia Pedretti, erano molto probabilmente destinati a Ernesto Albanese, che viveva in uno degli appartamenti confinanti, nello stesso cortile. Con l’ipotesi di essere coinvolto in quell’episodio, la Squadra Mobile ha sottoposto a fermo Francesco Virgato, 44 anni di Appiano Gentile: nelle ultime ore, è stato sottoposto a perquisizione, alla ricerca di elementi che potessero metterlo in relazione con l’esplosione di qui tre colpi di calibro 9, ma gli inquirenti non hanno trovato armi. Tuttavia, altri elementi hanno portato a sottoporlo a fermo: ora è al Bassone, in attesa di essere interrogato domani dal gip che dovrà decidere se tenerlo in carcere.

Fin dall'inizio, gli inquirenti avevano pensato alla possibilità di un errore da parte di chi aveva esploso quei colpi, perché sia Faotto e la Pedretti, sia il vicino di casa Paolo Belligi, consigliere comunale, erano apparsi completamente avulsi da qualsiasi circostanza che potesse legarli a un accadimento di questo genere. Tuttavia, dopo il ritrovamento del corpo di Albanese, quell’episodio è stato messo in relazione con la sua scomparsa, avvenuta quattro giorni dopo. Come è noto, era seppellito nel giardino di una casa dismessa di Guanzate, appartenuta fino a poche settimane fa a Filippo Internicola, e che di recente sarebbe stata in parte ceduta a Rodolfo Locatelli. Il fratello, Andrea Internicola, e Virgato sono legati da una serie di trascorsi comuni, come gli arresti per le estorsioni dell’operazione Tartaruga del 2002, o alcune operazioni antidroga avvenute negli anni successivi. I loro nomi sembrano ora ricomparire, seppure con ruoli non collegati all’omicidio, all’interno degli accertamenti sulla morte di Albanese, indagine attorno alla quale ruota una serie di altri episodi legati alla criminalità locale: non solo gli spari del 4 giugno, ma anche una rapina e un sequestro di persona attribuiti ai due Internicola a e Locatelli, che li hanno portati in carcere una settimana fa. Durante altre perquisizioni svolte in questi giorni, sarebbe stato messo sotto sequestro anche un escavatore, di proprietà di un ulteriore soggetto, in attesa di capire se ha un legame con il seppellimento di Albanese.