Como, idrovolante precipitato: "Qualcuno ha toccato il motore"

La denuncia presentata dalla famiglia del pilota morto: "Modificato prima dell'esame del consulente tecnico"

I rottami dell'aereo

I rottami dell'aereo

Como, 12 novembre 2015 - La denuncia presentata alla Procura di Brescia parla di parti del motore modificate prima di procedere all’esame del consulente tecnico. A firmarla, chiedendo che vengano svolti i dovuti accertamenti su questa circostanza, è Maria Zaffarano, madre di Pietro Brenna, morto nell’incidente avvenuto il 9 giugno 2014 a Premana. L’idrovolante di cui era alla guida, un Cessna 172 che si era alzato in volo dall’Aero Club di Como, era precipitato per cause che ad oggi rimangono ignote, causando la morte del pilota e dei due passeggeri, Franco Gianola, 72 anni, e la moglie Adele Croci, 68 anni. Sul quel tragico incidente, la Procura di Lecco ha aperto un’indagine, ma parallelamente i famigliari di Brenna, nell’ambito del procedimento civile, hanno incaricato un consulente tecnico di esaminare il motore e altre parti del velivolo, alla ricerca di eventuali anomalie. 

"Con estremo sgomento e stupore – dice la madre del pilota – ho appreso dal nostro consulente, l’ingegner Michele Imponente, che il motore dell’areomobile sottoposto a perizia tecnica, sarebbe stato modificato, da parte di ignoti, prima di poter essere esaminato». Manipolazione che, se confermata, sarebbe avvenuta a Brescia, dove la parti dell’idrovolante erano state trasferite previa autorizzazione. «In particolare – precisa la madre di Brenna – il motore è stato trasportato dall’Aero Club di Como fino all’officina incaricata di eseguire le verifiche tecniche, lo scorso 15 settembre, ed effettivamente periziato il 14 ottobre. Secondo quanto riferito in via ufficiale dal consulente, il motore esaminato il 14 ottobre presentava modifiche rispetto a quello consegnato nella data precedente». In particolare, si farebbe riferimento ad alcune parti e a uno stato generale del motore, che non sarebbe corrispondente, e che è stato documentato nella relazione, con una sequenza fotografica.

«Tale circostanza – afferma quindi Maria Zaffarano, assistita dall’avvocato Claudio Corengia – è stata oggetto di una denuncia contro ignoti depositata alla Procura di Brescia. Se effettivamente dovesse essere confermata dalle indagini che verranno svolte, pone inquietanti interrogatici sui motivi che avrebbero portato a modificare lo stato del motore prima che lo stesso potesse essere esaminato nel corso della consulenza tecnica disposta in sede civile. Tali inquietanti dubbi, non mi distrarranno comunque dalla riccerca della verità in merito ai motivi che hanno portato alla tragica morte di tre persone». Pilota appassionato e più che esperto, Pietro Brenna era revisore dei conti all’interno dell’Aero Club, luogo dal lui frequentato fin da quando era ragazzino. Da anni era titolare di un brevetto non professionista, che quindi non gli attribuiva la qualifica di istruttore, ma che gli consentiva di trasportare passeggeri, come avvenuto anche qual giorno, quando aveva portato i due coniugi a fare un giro tra lago e valli circostanti, alla guida di quel Cessna 172.