Accusa il capo di violenza sessuale, ma è una truffatrice: presa

Dopo essere stata smascherata, la donna è scappata in Inghilterra, dove anche lì ha messo in atto piccole truffe: è stata catturata dagli investigatori di Milano

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Moltrasio (Como), 17 gennaio 2017 - Un processo lungo tre anni, sempre con quell'infamante accusa di violenza sessuale sulla testa. Tre anni di avvocati, aule di tribunali e magari anche sguardi preoccupati di chi lo incontrava. Tre anni alla fine dei quali è stato accertato che la donna che lo accusava si sarebbe inventata tutto. Questo è successo a un imprenditore di 63 anni, accusato da una dipendente, una 53enne di Torino ma residente a Moltrasio, di violenza sessuale.

A finire nei guai per calunnia è stata invece proprio la donna. La torinese aveva raccontato di essere stata attirata nell'ufficio dal suo capo, il quale l'avrebbe poi ferita con delle forbici e le avrebbe strappato la biancheria intima. La donna però si era procurata delle ferite superficiali per avvalorare la propria tesi, ferite la cui incompatibilità con il suo racconto è stata verificata poco dopo dagli esperti del tribunale. Durante il processo però è emerso anche che la donna era riuscita ad appropriarsi indebitamente di 20mila euro dell'azienda in cui lavorava e di cui aveva distrutto alcuni sistemi informatici.

La 53enne è stata quindi condannata a 5 anni dalla Corte d'appello e per evitare il carcere si è nascosta a Bicester, un piccolo paesino dell'Oxfordshire, nel nord-ovest di Londra, dove, tra l'altro, aveva continuato a mettere in atto piccole truffe informatiche: metteva in vendita prodotti tecnologici ma prendeva i soldi e non inviava nulla. I carabinieri, in collaborazione con i colleghi inglesi, sono riusciti a individuarla attraverso le foto pubblicate sui profili social dai figli e ad incastrarla definitivamente è stato il noleggio di un'auto col suo vero nome. La donna è stata arrestata ed è ora in attesa di estradizione.