Montorfano, il caso del finto pass per le auto vicino al lido finisce in Procura

Stampato dopo i divieti del Parco per evitare le multe: la denuncia del Parco Valle Lambro

Il lago di Montorfano

Il lago di Montorfano

Montorfano (Como), 21 luglio 2017 - Un parcheggio della discordia quello del Lido di Montorfano, che il Parco Regionale della Valle del Lambro aveva chiuso visto che si trova all’interno di una Riserva Naturale, ma dove le auto parcheggiano ancora tanto che un mese fa, per evitare le multe, qualcuno ha pensato di stampare un finto documento della riserva in cui si autorizzava il parcheggio. Lì per lì l’escamotage ha funzionato, i vigili hanno girato i tacchi e le guardie ecologiche volontarie, inviate da Briosco hanno pensato a un contrordine.

A un mese di distanza però la vicenda è finita sul tavolo della Procura di Como, sotto forma di una denuncia per falsità materiale, falsità ideologica, contraffazione di sigilli, violenza e minaccia a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio depositata, contro ignoti, dalla presidente del Parco Valle Lambro, Eleonora Frigerio, e dal direttore della Riserva Naturale Lago di Montorfano, Beniamino Farchi. La vicenda risale a un mese fa quando, dopo che nel prato che in estate si trasformava in parcheggio erano stati posizionati dei cartelli di divieto, il Parco ha deciso di inviare le Guardie Ecologiche per far rispettare il provvedimento. Alcuni bagnanti però, preoccupati delle multe, li hanno circondati mostrando un volantino distribuito da ignoti in cui si diceva che non vi era alcun divieto. Il documento, che poi si è rivelato falso, era redatto su carta intestata dell’Ente Riserva Naturale Lago di Montorfano, corredato da un numero di protocollo interno con la dicitura «estratto», datato e apparentemente sottoscritto dal direttore, Bernardino Farchi, con tanto di timbro del Parco Regionale. «È inconcepibile che un atto di un ente pubblico venga riprodotto per essere falsificato – sbotta la presidente Eleonora Frigerio –. Ancora più pericoloso e inaccettabile che lo stesso documento venga volontariamente modificato ad hoc per stravolgerne il significato e che venga infine distribuito, come mezzo per ingenerare confusione e non far rispettare le norme»