"Cari migranti state a casa vostra": la Svizzera lo dice con una fiction

Il film è realizzato col contributo della Segreteria di Stato e girato in Nigeria

Le riprese sul set

Le riprese sul set

Chiasso, 23 febbraio 2017 - Non ambisce a fare il pieno di ascolti in prima serata, come «I fantasmi di Portopalo», né tantomeno all’Oscar come «Fuocoammare», la fiction «The missing step» finanziata dalla Segreteria di Stato della Migrazione elvetica non è stata prodotta per scopi artistici bensì politici: convincere i migranti a non mettersi in viaggio per la Svizzera. Girata in parte a Lagos in Nigeria e in parte sul lago di Ginevra, la fiction in tredici puntate racconta la triste odissea di Joshua, uno dei tanti sans papier costretti a vivere come fantasmi nel paese più ricco del mondo, scovato dalla polizia in un parco di Berna e arrestato per essere rimpatriato come immigrato irregolare. Una storia triste che ricorda per certi versi «Pane e cioccolata», il capolavoro di Franco Brusati sulle peripezie degli emigranti italiani con uno straordinario Nino Manfredi nel ruolo di protagonista. Sullo sfondo una svizzera ricca e cinica, dove trovare lavoro è sempre più difficile e per gli ultimi non c’è posto. Dietro la macchina da presa questa volta però non ci sono gli italiani «mangia spaghetti» e irriconoscenti, ma un regista nigeriano, Charles Okafor, pagato dal Governo svizzero per restituire a uso e consumo dei suoi stessi connazionali un quadro inclemente del Paese di Heidi.

Le riprese, finanziate da un contributo di 450mila franchi (420mila euro) sono iniziate a fine novembre a Nollywood, sorta di Hollywood nigeriana che ogni anno sforna centinaia di serie tv e film, molti dei quali vietati ai minori. «Abbiamo finanziato questo progetto per fornire informazioni obiettive sull’immigrazione – si giustifica Lukas Rieder, Segretario di stato per la migrazione –. Vogliamo mostrare le peripezie del viaggio lungo e pericoloso e la possibilità minima di ottenere un permesso di soggiorno».

DAa questo punto di vista «The missing step», «I passi perduti», il titolo scelto dai sceneggiatori elvetici, lascia poco spazio all’immaginazione. Il protagonista, Joshua, lascia la famiglia e il lavoro per partire alla volta dell’Europa, ma si accorgerà a sue spese che la Svizzera non è il paese dell’oro, ridotto a clochard e senza più speranze accoglierà il rimpatrio in Nigeria quasi come una liberazione. Una sorta di «si stava meglio quando si stava peggio» che secondo Amnesty International non servirà a convincere i migranti, abituati a orientare i loro spostamenti in base alle informazioni che si scambiano tra di loro.