I bulli adesso vanno a caccia on line. L’allarme: 71mila ragazzi da salvare

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Smartphone e social sono utilizzatissimi dai bulli

Smartphone e social sono utilizzatissimi dai bulli

Milano, 17 maggio 2016 - Il bullismo on line non è meno pericoloso di quello tradizionale. Anzi, i numeri confermano che il cyberbullismo è sempre più un’emergenza e la Lombardia intende contrastare il fenomeno anche con una legge regionale. Se ne è parlato nel corso dell’iniziativa «Cyberbullismo: verso una legge per la Lombardia», ieri a Milano. Secondo l’ultimo rapporto dell’Istat, tra i ragazzi che usano cellulare e Internet, il 5,9% ha denunciato di avere subito ripetutamente azioni vessatorie tramite sms, mail, chat o social network. Vittime, più di tutti, sono le ragazze: il 7,1% contro il 4,6% dei maschi.

I dati di un’indagine dicono che il 55% dei ragazzi dedica più di due ore al giorno a chattare e mandare messaggi, il 98,7% possiede uno smartphone e il 52% lo utilizza anche durante la notte. Inoltre il 20,5% dichiara di non trovare alcuna differenza tra il relazionarsi via web o di persona. Il 42% dei minorenni e il 43% dei maggiorenni hanno incontrato dal vivo qualcuno conosciuto on line, al 18% è capitato di trovarsi di fronte alla diffusione di proprie immagini imbarazzanti e il 45% conosce coppie di coetanei che si scambiano immagini provocanti. In totale si calcola che in Lombardia 71mila ragazzi hanno subito bullismo attraverso il web e ben 230mila ragazzi sono coinvolti nel fenomeno, anche attraverso commenti o like. Oltre il 70% delle vittime soffre di depressione e di disturbi dell’alimentazione; il 50% pensa al suicidio e l’11% lo tenta.

Davanti a queste cifre sia la Regione che il Parlamento non intendono restare immobili. A livello nazionale, sottolinea la senatrice Pd Elena Ferrara, «c’è una legge approvata un anno fa dal Senato, che deve ancora essere calendarizzata alla Camera». Una norma che punta «sulla prevenzione e sul contrasto al bullismo ma che non è sanzionatoria». Al Pirellone, invece, c’è una legge depositata dal Pd più di un anno fa e sembra sia arrivato il momento giusto per tirarla fuori. L’obiettivo, stando alle parole dell’assessore regionale Viviana Beccalossi, è arrivare a una norma bipartisan come già avvenuto per il gioco d’azzardo: «Nelle prossime settimane il progetto di legge potrebbe vedere riprendere il suo iter di discussione. Il mio impegno è di contribuire concretamente, anche attraverso una sensibilizzazione nei confronti della giunta, affinché la politica lombarda possa dare un segnale di compattezza e responsabilità». Anche il consigliere regionale del Pd, Carlo Borghetti, si è mostrato ottimista: «La legge non è stata ancora incardinata, ma sono fiducioso che riusciremo a fare come con la ludopatia e la approveremo nel giro di qualche mese».