"Sono Giulia e l’Inps mi crede morta". Odissea burocratica per una "crocetta"

Sulzano, ancora niente soldi nonostante abbia dimostrato di esser viva di MILLA PRANDELLI

Giulia con il figlio Mirko

Giulia con il figlio Mirko

Sulzano, 22 maggio 2016 - La signora Giulia Gricini, 77 anni, è di salute cagionevole e da anni ormai è costretta su una sedia a rotelle. Ma è viva e vegeta. Per l’Inps, però, è morta lo scorso settembre. A fare la scoperta è stato il figlio Mirko, 47 anni, che a febbraio si è visto recapitare una richiesta di risarcimento da 2.026,65 euro. «In pratica l’istituto di previdenza mi ha chiesto l’equivalente di sei mensilità della pensione di mia madre – spiega il figlio Mirko – ma io non ho capito perché. Mi sono allora recato alla sede territoriale competente e ho chiesto ragguagli. Mi è stato spiegato che essendo mia madre morta a settembre tutti i soldi ritirati da allora andavano restituiti. Ma come morta? La curo io personalmente tutti i giorni. Sono pochi euro quelli che mi hanno chiesto, lo so. Meno di 400 euro al mese. Ma purtroppo a noi servono moltissimo, dato che io sono disoccupato e prendo 600 euro per l’accompagnamento di mamma, che per fortuna non mi è stato tolto».

Per madre e figlio è cominciato una vera e propria odissea, che li ha portati ad indagare per capire come mai la signora sia stata dichiarata morta. «Devo dire che all’Inps. gli impiegati sono stati molto gentili – dice la signora Giulia – una di loro è riuscita a trovare una raccomandata che mi è stata inviata lo scorso settembre, ma che io non ho mai ricevuto, come dimostra il fatto che sia tornata al mittente. Qualcuno, non si sa chi, ha barrato la crocetta con accanto la scritta “deceduta”. In pratica secondo loro non ho ricevuto la missiva perché ero già al cimitero. Per mia fortuna non è così».

Giulia Gricini non si è così presentata alla visita di revisione necessaria per adeguare la sua pensione. Questo all’ente, forse a causa di un disguido, è bastato per considerarla defunta. «Nessuno ha verificato – rimarca il figlio Mirko – eppure per altri enti mamma è in vita. Io prendo regolarmente l’accompagnamento e l’ex Asl invia regolarmente il materiale sanitario che le spetta. Mi madre ha avuto alcuni ictus e si è sottoposta a tre operazioni all’anca, di cui nessuna con buon esito».

L’11 marzo, dopo un continuo peregrinare per uffici, Giulia Gricini si è sottoposta alla visita di revisione dimostrando all’Inps di essere in vita: «Non è bastato – aggiunge Mirko – Non vedendo la pensione, sono andato di nuovo presso l’ufficio competente e qui mi hanno chiesto un modulo in cui si certifichi l’esistenza in vita di mia madre. Ho portato anche quello, ma dei soldi, a oggi, nessuna traccia».

La vita è dura per madre e figlio: hanno perso tutti i congiunti, la vita è dura: «Io e Mirko – spiega Giulia Gricini – paghiamo circa 300 euro al mese di affitto. Per le mie cure ne vanno altrettanti. Purtroppo siamo stati costretti a chiedere aiuto a un parente. All’Inps vorrei fare sapere che sono viva e come tale ho delle necessità. Sono certa che qualche dirigente comprenderà e mi aiuterà».