
Alcuni rappresentanti del comitato per il no alla discarica di Macogna in presidio (Fotolive)
Brescia, 27 aprile 2015 - Non erano i 5mila della manifestazione di due settimane fa, ma il presidio del comitato spontaneo «Cittadini contro la discarica Macogna» si è fatto notare in occasione dell’assemblea dei sindaci convocata in città per approvare bilancio e statuto. Se andasse in porto il progetto presentato da Ddr e approvato dalla Provincia di Brescia nel 2013, l’ex cava Macogna, in Franciacorta, diventerebbe una discarica di rifiuti inerti e deposito preliminare di inerti e speciali non pericolosi per un totale di 1 milione e 350mila metri cubi di volume.
Il progetto è stato approvato dalla Provincia, ma venti giorni fa era arrivato il colpo di scena dall’Asl. L’Azienda sanitaria locale, infatti, ha censito 20 pozzi privati intorno alla discarica che abbeverano in modo esclusivo uomini e bestie. Secondo l’Asl, dunque, serve il riesame dell’analisi di rischio, visto che in quella già eseguita non si era tenuto conto della presenza di questi pozzi.
Un aspetto che è stato sottolineato con forza anche nell’udienza che si è tenuta il 22 aprile scorso al Tar di Brescia. Al Tribunale di via Zima hanno fatto ricorso i quattro comuni coinvolti, ovvero Berlingo, Cazzago San Martino, Rovato e Travagliato, e Legambiente, contro tutti gli atti che darebbero il via libera alla discarica, compresa l’autorizzazione provinciale e la Via della Regione. «Quello dei pozzi era un fatto risaputo – ha spiegato Cristina Bellini, sindaco di Berlingo – ma non è stato tenuto in considerazione nella Valutazione d’impatto ambientale. Dopo che l’Azienda sanitaria locale si è espressa così, mi sarei aspettata una valutazione di questo aspetto da parte della Provincia, almeno una richiesta di rinvio».
Ora cittadini e istituzioni sono tutti in attesa del pronunciamento del Tar. «Cosa faremo dopo? E’ presto per dirlo – spiega Bellini – prima dobbiamo leggere la sentenza».
Intanto, la scorsa settimana gli attivisti sono andati a manifestare in Regione, e ieri è toccato alla Provincia. «Il Broletto potrebbe bloccare tutto – commenta Gianmarco, portavoce del comitato – aprendo una procedura in autotutela, vista la situazione di criticità dei pozzi evidenziata da Asl. Non ci fermeremo né con il presidio davanti alla discarica, né con manifestazioni pacifiche. La nostra proposta? Fare un parco, come hanno chiesto anche i sindaci».