Terrorista dell'Isis espulso a Edolo: "Non aveva una rete, ma poteva colpire"

Il ministro dell’Interno Minniti ha parlato dell’espulsione del tunisino

Nasredine Ben Dhiab

Nasredine Ben Dhiab

Edolo, 30 dicembre 2016 - «Tutto il paese è turbato per l’espulsione del 23enne tunisino accusato di terrorismo. Questo provvedimento deve far riflettere sulla reale volontà di integrazione e l’integrabilità di queste persone». Così il sindaco di Edolo, Luca Masneri, commenta l’espulsione di Nasredine Ben Dhiab, il 23enne tunisino residente nel paese camuno con la famiglia, imbarcato ieri mattina a Malpensa con destinazione il Paese di origine. Il giovane nordafricano secondo le indagini condotte dalla Digos di Milano non solo avrebbe fatto propaganda in rete all’Isis, stringendo amicizia con alcune figure legate allo Stato Islamico, ma nel novembre di quest’anno, come sottolineano dal ministero degli Interni, «avrebbe ricevuto indicazioni, da persona a lui nota, di compiere attentati in Italia simili a quelli compiuti in Francia e in Belgio». A firmare l’espulsione è stato direttamente il ministro degli Interni Marco Minniti: «La figura del profilo del tunisino - ha detto - è potenzialmente interessante. Non aveva una rete organizzata in Italia ma una fortissima potenzialità di colpire».

IL 23enne tunisino era arrivato a Edolo nel 2006, ricongiungendosi la famiglia che due anni prima aveva raggiunto il centro camuno dalla vicina Berzo Demo. «Non hanno mai creato problemi – ricorda il sindaco –. Il fratello è un addetto alle pulizie all’interno della stazione ferroviaria del paese e anche i genitori sono dei gran lavoratori». Nasredine Ben Dhiab, ufficialmente disoccupato, nell’agosto di un anno fa aveva lasciato Edolo per raggiungere la Tunisia. Lì secondo gli inquirenti avrebbe iniziato il suo percorso di radicalizzazione. «Credo che nel paese di origine abbia incontrato persone che hanno approfittato della sua condizione – spiega Masneri –. Il ragazzo ha qualche problema di natura psichica e questa debolezza potrebbe averlo fatto diventare una facile preda».

Qualche mese fa era tornato a Edolo dove mercoledì gli uomini della Digos di Milano, che lo tenevano d’occhio dal momento del suo rientro, supportati dai colleghi di Brescia lo hanno fermato dopo averlo fatto rientrare a casa con una scusa. «Bene che le forze di sicurezza lo abbiano fermato – chiosa Masneri –. Un pericolo è stato disinnescato». Fanno i complimenti alle forze dell’ordine anche i due assessori regionali bresciani, Simona Bordonali e Viviana Beccalossi, che chiedono leggi speciali per combattere il terrorismo: «La Regione sta facendo la sua parte, ma i lupi solitari sono un pericolo». Per un presunto terrorista espulso, ce n’è un altro che ha fatto perdere le sue tracce: Anas El Abboubi. Il 24enne marocchino di Vobarno, arrestato per terrorismo nel 2013 e scarcerato dal tribunale del Riesame dopo 15 giorni, dal gennaio del 2014 dopo essere arrivato in Siria per combattere con Daesh è svanito nel nulla. Nelle scorse ore il gip del Tribunale di Brescia, Cesare Bonamartini, lo ha ufficialmente dichiarato latitante. Su di lui dal dicembre del 2014 pende un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per terrorismo.