Caso Yara: tolti i sigilli alla casa di Massimo Bossetti

Il padre malato, Giovanni Bossetti, sarà il primo genitore a fare visita al figlio in carcere di Gabriele Moroni

Massimo Bossetti (Olycom)

Massimo Bossetti (Olycom)

Mapello, 25 luglio 2014 - Marita Comi, la moglie di Massimo Giuseppe Bossetti, e i tre figli potranno fare ritorno nella casa di via Piana di Sopra a Mapello. Dopo una nuova perquisizione nella giornata di mercoledì, la procura di Bergamo ha accolto l’istanza di dissequestro dell’abitazione presentata dagli avvocati Claudio Salvagni e Silvia Gazzetti, difensori dell’uomo in carcere per l’omicidio di Yara Gambirasio. Sarà Giovanni Bossetti il primo dei genitori dell’arrestato a fare visita al figlio nel carcere bergamasco di via Gleno. Il pm Letizia Ruggeri ha acconsentito alla richiesta di entrambi i genitori. Ester Arzuffi, la prima che aveva visto accolta la sua domanda, presentata attraverso l’avvocato Benedetto Bonomo, non ha ancora varcato il cancello della casa circondariale. Ufficialmente perché impegnata nell’accudire il marito, gravemente malato. La donna ha finora ha sempre negato con tutte le sue forze di avere avuto una relazione clandestina con Giuseppe Guerinoni, l’autista di pullman, morto nel 1999, che la genetica ha indicato con assoluta certezza come il padre naturale di "Ignoto 1", l’uomo che lasciò il suo codice genetico impresso sugli indumenti di Yara: per l’accusa Massimo Giuseppe Bossetti. "Bossetti — dice l’avvocato Salvagni, dopo l’ultima visita al suo assistito — ha dentro di sé una forza eccezionale, che gli deriva dall’assoluta convinzione della sua estraneità. Non mi sarei mai aspettato una cosa del genere da un uomo in isolamento da quaranta giorni e che da quaranta giorni difende la sua innocenza senza il minimo tentennamento".

gabriele.moroni@ilgiorno.net