"Mio fratello è morto in un incidente". Ma è una bugia per truffare l'assicurazione

A scoprire il presunto inganno è stato un investigatore internazionale, ingaggiato dall'assicurazione per fare chiarezza M.A.

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Bergamo, 26 gennaio 2016 - Avrebbe raccontato al giudice di pace che il fratello era morto in un incidente stradale avvenuto in Nigeria il 2 febbraio 2013, solo per incassare, secondo l'accusa, i 175mila euro della polizza sulla vita che il parente aveva stipulato con il gruppo Groupama assicurazioni e di cui era l'unico beneficiario. L'assicurazione, però, ha scoperto che nel paese africano non c'era nessuna traccia del sinistro e l'uomo. Desmond Alì Chukwuma, nigeriano di 38 anni, residente a Bergamo, ieri è stato rinviato a giudizio dal gup Ciro Iacomino per denuncia di sinistro mai accaduto, in pratica una truffa

A scoprire il presunto inganno è stato un investigatore internazionale, ingaggiato dalla Groupama per fare chiarezza sulla vicenda, che si è recato in Nigeria, nella località dove era avvenuto il presunto incidente stradale, e ha scoperto che al pubblico registro del paese africano non risultava la targa dell'auto alla guida della quale si sarebbe schiantato il fratello dell'imputato; che al comando della polizia non era stato redatto nessun verbale del sinistro; e che infine, alle locali pompe funebri non esisteva il nome del fratello deceduto.

Ricevuto il rapporto dell'investigatore privato il 7 ottobre 2014, l'ufficio antifrode della Groupama il 10 dicembre 2014 ha provveduto a denunciare il 38enne nigeriano per truffa. Nel corso dell'udienza preliminare di ieri l'imputato non ha rilasciato nessuna dichiarazione e non ha chiesto riti alternativi, rito l'abbreviato che, in caso di condanna, consente di beneficiare dello sconto di un terzo sulla pena finale. Ha intenzione di dimostrare la propria innocenza durante il processo.