Via Cenisio, musulmani divisi sulla moschea

Questa mattina un gruppo di fedeli, che aveva raggiunto la struttura per la tradizionale preghiera settimanale di mezzogiorno, ha trovato la porta chiusa con un lucchetto.Le numerose persone presenti, circa quattrocento, hanno comunque recitato la preghiera in mezzo alla strada di MICHELE ANDREUCCI

Preghiera in strada (De Pascale)

Preghiera in strada (De Pascale)

Bergamo, 19 febbraio 2016 - Cresce la tensione fra i vari gruppi islamici che fanno capo alla moschea di via Cenisio. Questa mattina un gruppo di fedeli, che aveva raggiunto la struttura per la tradizionale preghiera settimanale di mezzogiorno, ha trovato la porta chiusa con un lucchetto. Come era già capitato anche mercoledì e giovedì sera. Le numerose persone presenti, circa quattrocento, hanno comunque recitato la preghiera in mezzo alla strada, assicurando però il passaggio delle auto che transitavano in via Cenisio.

Presenti anche gli agenti della polizia locale, i carabinieri e gli uomini della Digos della questura. Fortunatamente tutto si è svolto in maniera pacifica e non si sono registrati incidenti. All’interno del centro islamico sarebbero in corso dei lavori, ma la tensione è alta da diversi mesi, con due distinte fazioni di musulmani a fronteggiarsi: da una parte il gruppo che fa capo all’attuale presidente del centro, Mohamed Saleh, dall’altro la Comunità islamica bergamasca che fa capo a Imad ElJoulani, predecessore di Saleh alla guida del centro di via Cenisio. E più volte ieri, durante la preghieram sono stati fatti espliciti inviti alla calma.

È stato anche distribuito un volantino in arabo e italiano in cui si accusa una banda di seguaci di Saleh di aver aggredito dei fedeli, e lo stesso Saleh di aver chiamato «delinquente» la comunità marocchina, di aver chiuso la moschea mercoledì senza motivo e di aver «espulso abusivamente l’imam dalla moschea». Il volantino si conclude con l’invito ai fratelli e sorelle «di sostenerci nella nostra giusta causa per difendere i diritti della comunità musulmana, calpestati da Saleh e suoi seguaci». Nella battaglia tra opposte fazioni islamiche, Saleh aveva denunciato El Joulani per l’utilizzo dei 5 milioni messi a disposizione dalla Qatar Charity Foundation e, secondo Saleh, spettanti a via Cenisio ma utilizzati da El Joulani per costruire un nuovo centro culturale in via San Fermo, all’insaputa – è l’accusa, che El Joulani però respinge – sia della fondazione che aveva elargito i fondi sia dello stesso Centro islamico di via Cenisio (lo stabile di via San Fermo era stato infatti posto sotto sequestro).

Il risultato di questa battaglia all’interno della comunità musulmana, è un crescente attrito, sfociato nelle scorse settimane in liti e scontri proprio in via Cenisio, con l’intervento delle forze dell’ordine e la presa di posizione del Comune di Bergamo, attraverso l’assessore Giacomo Angeloni che ha sottolineato la necessità di un rasserenamento tra i due gruppi islamici: «Convocherò tutte le parti e sarà l’ultima chance: o viene trovato un accordo o le porte del dialogo del Comune si chiuderanno».

di MICHELE ANDREUCCI