Matrimoni a Stezzano, il riso è amaro: il sindaco Poma ne proibisce il lancio

Poma fu protagonista delle unioni civili celebrate in uno stanzino

Lancio di riso a un matrimonio

Lancio di riso a un matrimonio

Stezzano (Bergamo), 2 luglio 2017 - Quanti di noi, partecipando al matrimonio di un amico o di un conoscente, non hanno tirato riso all’uscita degli sposi dalla chiesa o dal Comune? Ebbene, d’ora in avanti questa manifestazione di gioia e felicità non potrà più essere effettuata a Stezzano. Il sindaco leghista Elena Poma, infatti, attraverso una modifica al regolamento, approvata dal Consiglio comunale, ha vietato agli sposi e agli invitati l’utilizzo di riso, coriandoli e carta, sia all’interno che all’esterno della villa comunale, al termine di matrimoni e unioni civili. "Abbiamo cambiato l’articolo 7 – spiega il primo cittadino – Questo per evitare innanzitutto problemi di sicurezza: i matrimoni e le unioni vengono celebrate spesso in orari pomeridiani, nei quali la polizia locale non è presente. Rimanendo il riso o altro materiale in terra, esso può costituire un pericolo per le persone che accedono al Comune. E poi anche per una questione di decoro".

D'accordo con la decisione presa dal primo cittadino Marco Caravita, esponente della lista “Stezzano Bene Comune”, che in passato non ha risparmiato critiche all’operato di Elena Poma: "Sono d’accordo con la finalità della modifica del regolamento dei matrimoni – sottolinea –. Non ha infatti senso che si impegnino delle risorse per pulire, che si tratti di matrimoni o unioni civili". Quello che non va già a Caravita, invece, è l’altra modifica proposta del primo cittadino, che a fianco delle parole “matrimoni civili” vuole aggiungere “ricezione delle dichiarazioni di costituzione delle unioni civili”, in modo, spiega Elena Poma, "di adeguare il regolamento alle recenti normative". "In realtà questa formula – sostiene Caravita – è impropria. La formula corretta sarebbe: “La costituzione delle unioni civili”, perché il sindaco o un delegato non è un mero testimone della celebrazione dell’unione civile, ma è un attore, un ‘officiante’. Ho preparato una mozione in questo senso". La mozione è stata però respinta: "Se l’ufficio ha inserito questa dicitura – replica il sindaco Poma – io mi fido dell’ufficio. Tuttavia, se risulterà che Caravita ha ragione, avremo modo di intervenire in futuro sul regolamento". Poma e Caravita si era scontrati nei mesi scorsi a causa della decisione del sindaco di celebrare l’unione civile tra due uomini in uno stanzino angusto e pieno di faldoni, invece che nella sala affrescata della villa comunale, dove vengono celebrati di norma i matrimoni civili. Alla fine, il Tar aveva dato ragione ai due uomini, che avevano presentato ricorso contro l’iniziativa del primo cittadino.