Orio al Serio scalo di interesse nazionale. Si avvicina l'integrazione Sea-Sacbo

L’infrastruttura orobica è stata confermata dal Governo fra quelle di “interesse nazionale” di Alessandro Borelli

L'aeroporto di Orio al Serio (De Pascale)

L'aeroporto di Orio al Serio (De Pascale)

Orio al Serio, 29 agosto 2015 - L'orientamento del Governo era noto da tempo eppure, nel Piano aeroporti varato giovedì sera dal Consiglio dei ministri e destinato a ridisegnare gli assetti interni del sistema nazionale conciliando, in primo luogo, le esigenze della domanda di traffico con quelle dello sviluppo dei territori, una novità importante che tocca da vicino lo scalo internazionale “Il Caravaggio’’ di Orio al Serio c’è. L’infrastruttura orobica è stata confermata dal Governo fra quelle di “interesse nazionale” (12 quelle strategiche e 3 le intercontinentali, con Fiumicino al primo posto) e collocata, nel contesto dei dieci bacini di traffico omogeneo delineati dal Piano, nell’area di Nord Ovest insieme a Milano Malpensa, Milano Linate, Torino, Genova, Cuneo e - ed è questo il dettaglio che conta - Brescia Montichiari. Una ridefinizione geografica che potrebbe costringere i “cugini” a tornare a guardare verso Bergamo dopo i contrasti, anche aspri, che, negli ultimi mesi, avevano indotto la stessa Brescia a rafforzare i progetti di alleanza con Verona e Venezia, che il piano governativo ha però inseriti, insieme a Treviso e Trieste, nel bacino di Nord Est. Quali scenari si aprano ora per il sistema aeroportuale in cui Orio si trova strategicamente inserito sarà il tempo a dirlo: di certo i “mal di pancia” non mancheranno visto che, fino a poco tempo fa, Montichiari era considerato dai bergamaschi cruciale per “scaricare” dall’aeroporto la pressione dei voli cargo. Dal punto di vista pratico, il Piano inserito nel decreto approvato dal Consiglio dei ministri attende adesso soltanto la firma del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il provvedimento, come ha sottolineato il Governo, è finalizzato ad assicurare lo sviluppo del settore all’interno di una governance complessiva che prenda in considerazione anche il potenziamento delle infrastrutture necessarie, l’utilizzo proficuo delle risorse pubbliche e l’efficientamento dei servizi di navigazione aerea e degli altri servizi resi in ambito aeroportuale. Intanto, per rimanere sul versante orobico, gli occhi continuano ad essere tutti puntati su Milano e sulla progettata intergazione tra Sacbo e Sea, a cui fanno riferimento, oltre a Malpensa e Linate, anche il 30,98% delle quote di Orio. Entro la fine di settembre il rettore uscente dell’Università degli Studi di Bergamo, Stefano Paleari, che è direttore dell’Icssai, il Centro per la ricerca sulla competitività aeroportuale, presenterà lo studio voluto da Sacbo proprio per fare il punto su opportunità e problemi collegati alla complessa operazione: una sorta di “piano industriale” pensato non solo alla luce delle condizioni economiche, ma anche delle prospettive di sviluppo dello scalo orobico e di attenzione all’ambiente. Ma la possibile integrazione tra le due società di gestione è stata rafforzata dalla decisione di Ryanair, la compagnia aerea leader del mercato low cost che ha fatto di Orio la sua base per l’Europa continentale, di utilizzare a partiure da fine ottobre anche lo scalo di Malpensa, dove sposterà 5 voli al giorno: tre per Londra Stansted, uno per Madrid e uno per Napoli.