Varese, il caso Molina divide il centrosinistra

Scintille fra Pd e lista del sindaco dopo il rifiuto del presidente della Fondazione a riferire in Consiglio comunale

Stefano Malerba con Davide Galimberti

Stefano Malerba con Davide Galimberti

Varese, 25 settembre 2016 - Piccole crepe che potrebbero diventare profonde fratture, se non ricomposte in tempo. Il caso Molina crea fibrillazioni nella maggioranza di centrosinistra eletta la primavera scorsa alla guida del Comune di Varese.

La Fondazione Molina, storica residenza assistenziale cittadina, è al centro di un caso politico dopo che il presidente - che da statuto viene nominato dal sindaco - si è rifiutato di riferire al Consiglio comunale circa la situazione economica dell'ente. In particolare, alcuni consiglieri sia di maggioranza che di opposizione hanno sollevato perplessità circa alcuni prestiti concessi dalla fondazione.

Il gran rifiuto da parte del presidente, seppur giuridicamente corretto perché le fondazioni rispondono alla Regione e non al Comune, è stato interpretato come uno schiaffo alla città. La richiesta di riferire in Consiglio comunale era stata avanzata in primis da Fabrizio Mirabelli del Pd e il presidente del Molina è Christian Campiotti, esponente della Lega Civica che esprime anche il presidente del Consiglio comunale, Stefano Malerba, eletto con i voti del centrosinistra a spese di un altro esponente Pd, Luisa Oprandi.

E in quell'occasione, proprio Mirabelli e Oprandi votarono in contrasto con la linea del Pd, negando la prefereza a Malerba. E adesso puntano il dito contro un altro esponente della Lega Civica, Christian Campiotti, che viene invece difeso dai consiglieri della lista del sindaco. Sindaco che su questa vicenda ha scelto la linea del silenzio, lasciando così campo libero a voci e interpretazioni.

Nocciolo dell’intera questione è l’opacità del rapporto fra il Pd e la Lega Civica, formalmente all’opposizione ma schierata con Galimberti fin dal ballottaggio elettorale, sul cui esito rivendica un ruolo decisivo. Da parte loro il sindaco e anche il segretario cittadino del Pd, Luca Paris, hanno sempre negato l’esistenza di un accordo ma, dopo l’elezione di Malerba alla presidenza del Consiglio comunale e ora il silenzio sul caso Molina, gli indizi sono due. Ancora una coincidenza ma, come insegna Agatha Christie, dovesse arrivarne un terzo si tratterebbe di una prova.