Smart working frontalieri, interrogazione al ministro: "Va reso strutturale"

Dopo l'annuncio dello stop al telelavoro, si muove il deputato luinese Andrea Pellicini. Istanza al varesino Giancarlo Giorgetti

Frontalieri: lo stop al telelavoro, previsto per il 31 gennaio, non va giù a molti lavoratori. Il deputato luinese di Fratelli d'Italia Andrea Pellicini ha depositato oggi un'interrogazione a risposta scritta diretta al ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, anch'egli proveniente della provincia di Varese. Obiettivo dell'istanza è capire se il governo italiano abbia in qualche modo avviato un confronto con la Confederazione per "disciplinare in modo durevole il ricorso al telelavoro" da parte dei lavoratori frontalieri.

"L'attuale quadro normativo imposto dalla convenzione del 1974 tra la Svizzera e l'Italia - si legge nell'interrogazione - prevede l’imposizione fiscale esclusiva nello Stato nel quale l’attività lavorativa è svolta". Qualora vi fosse imposizione in Italia, prosegue il documento, verrebbe a decadere lo "statuto di frontaliere" che porterebbe alla perdita del ristorno fiscale. 

Si fa pressante, quindi, "l’interesse nel regolamentare in modo durevole il tema del lavoro da remoto, favorendone un utilizzo strutturato e ragionevole che non vada a scapito delle regioni di frontiera coinvolte e permetta ai lavoratori e alle imprese di continuare le loro attività, anche da remoto, senza sconvolgimenti dal punto di vista dell’imposizione fiscale e degli oneri sociali". Ciò vale a maggior ragione in una zona come quella al confine fra Lombardia e Svizzera che soffre "pesantemente il traffico motorizzato e il conseguente inquinamento ambientale".

In più viene alla luce anche l'esigenza di parificare le regole fiscali a quelle previdenziali, dopo la proroga al 30 giugno 2023 dell'applicazione flessibile in materia di assicurazioni sociali per i lavoratori frontalieri in telelavoro. Una norma seconodo la quale, oltre la soglia del 25% del tempo di lavoro effettuato a distanza, scatta la competenza dello Stato di residenza sui contributi versati dal datore di lavoro e dai collaboratori dell’impresa".