Il “Cristo deriso” di Uboldo e quello di Brera: l’autore è lo stesso? Cosa ha scoperto un appassionato

Nella piccola chiesa della cittadina nel Saronnese spunta una tela molto simile a un dipinto esposto nella pinacoteca, firmato dallo spagnolo Jusepe De Ribera

Dipinti a confronto: a sinistra, la tela custodita a Uboldo; a destra, quella di Brera

Dipinti a confronto: a sinistra, la tela custodita a Uboldo; a destra, quella di Brera

Uboldo, 9 aprile 2024 – Un mistero artistico tutto da indagare e scoprire è emerso grazie allo spirito di osservazione di un giovane uboldese e che ha fatto nascere la domanda "È di Jusepe De Ribera il Cristo deriso nella chiesa uboldese?". A raccontare l’accaduto Anna Maria Zaffaroni esperta di storia locale:

"Nell’imminenza della pubblicazione del testo "Fede, arte e storia, I tesori della chiesa uboldese", mi trovavo con un gruppo di amiche un lunedì mattina ad osservare i dipinti, quando una di loro, Gabriella Biffi, ha suscitato il nostro interesse di fronte al dipinto di Cristo deriso. Il figlio Enzo le ha fatto notare, mentre visitavano la pinacoteca di Brera, la somiglianza del dipinto ‘Cristo deriso e coronato di spine’ di Jusepe de Ribera con il nostro, appeso alla parete del transetto che conduce alla sagrestia della chiesa uboldese".

Stimolata dalla curiosità, la storica ha iniziato la ricerca e il confronto: "L’opera presso la Pinacoteca di Brera è datata 1637 e firmata dall’autore, sopra citato. Sono note le dimensione della tela e la sua collocazione. Nell’elenco delle opere dello stesso pittore, però, si trova al 42° posto, senza indicazione e senza immagini, con data 1615 – 16, un altro Cristo deriso. Che sia questo custodito da tempo nella chiesa di Uboldo?".

Una domanda più che lecita viste le pratiche dell’epoca e soprattutto le grandi similitudine tra le due opere come spiega Zaffaroni: "Stessa composizione, stessi personaggi. Unica differenza: l’opera di Brera è più leggibile. Occorrerebbe un buon intervento di restauro per poterlo ripulire, in quanto la tela secentesca fu ritrovata casualmente in un deposito, dimenticato e coperto da strati di sedimenti".