Il Campo dei Fiori torna a bruciare: case evacuate e caccia al piromane / FOTO e VIDEO

Varese, aperta inchiesta per incendio doloso. Abitazioni minacciate alla Rasa e al Poggio di Luvinate

L'incendio vicino alle abitazioni (Newpress)

L'incendio vicino alle abitazioni (Newpress)

Varese, 28 ottobre 2017 - Ancora fiamme al Campo dei Fiori: la montagna sopra Varese torna a bruciare dopo 24 ore di tregua. Le fiamme si avvicinano alle abitazioni in località Poggio, a Luvinate, e anche alla Rasa di Varese. Dopo ore di battaglia, a causa del vento che ha reso il rogo difficile da controllare, per le famiglie delle case più vicine al fronte dell’incendio è scattata in serata l’ordinanza di sgombero.

Dalle 7 di ieri mattina l’area boschiva del Monte San Francesco è infatti tornata a ardere. Si tratta della stessa zona data alle fiamme da un misterioso piromane mercoledì. Che l’incendio sia doloso è una certezza: mercoledì erano andati in fumo tre ettari di bosco. Ieri mattina le fiamme sono tornate a ardere: il vento che si è alzato sin dal primo pomeriggio ha fatto sì che l’incendio “camminasse” rapidamente. Per Varese è un disastro. Al momento in polvere sono finiti sei ettari dell’area custodita dal Parco regionale Campo dei Fiori (area naturale protetta): una trincea di fuoco lunga un chilometro, alimentata del forte vento (caldo) e favorita delle temperature elevate che rendono il bosco molto secco. Il Sacro Monte di Varese è invaso da un’irrespirabile nuvola di fumo: le colonne bianche che si levano dai monti sono visibili dalla ciclabile di Varese a distanza di chilometri. Puzza di fumo e bruciato è avvertita in tutti i Comuni a ridosso del Parco regionale del Campo dei Fiori. La strada che sale verso la cima del monte è stata chiusa al traffico proprio all'altezza del bivio che porta al Sacro Monte.

Le operazioni di spegnimento sono proseguite per tutta la notte e sono tuttora in corso: sul posto stanno operando trenta vigili del fuoco con dieci automezzi. Per far fronte all’emergenza è stato richiamato il personale libero dal servizio e i volontari dei distaccamenti provinciali; alle operazioni stanno collaborando i volontari antiincendi boschivi. Impossibile, al momento, avere ulteriori rinforzi: in Piemonte (da dove sono comunque arrivati due Canadair), il presidio più vicino, i boschi sono in fiamme con un fronte di fuoco molto più esteso di quello varesino. Le criticità maggiori si sono registrate nella parte alta del parco dove si è reso necessario evacuare quindici persone tra cui gli ospiti di una struttura ricettiva. In via Belvedere alcune residenze sono state lambite dalle fiamme, il massiccio e tempestivo intervento ha evitato che le unità abitative subissero danni.

L’incendio appiccato mercoledì mattina da un piromane era stato spento in serata. Giovedì i vigili del fuoco hanno eseguito diversi sopralluoghi. Ieri mattina, forse a causa di alcuni focolai nascosti sotto il legno bruciato mercoledì, le fiamme hanno ripreso piede. Remota, ma non esclusa completamente, l’ipotesi che il piromane (o un emulatore) sia tornato sul luogo per riappiccare le fiamme. Del caso si stanno occupando i carabinieri forestali. C’è un’inchiesta aperta per incendio doloso ancora contro ignoti. Che qualcuno abbia appiccato le fiamme mercoledì è certo: i punti di innesco sono almeno due.  Le fiamme sono state appiccate dalla strada che porta al Poggio e costeggia la montagna coperta dai boschi. Resta da capire oltre a chi anche perché. È un fatto inspiegabile: non ci sono infatti interessi di sorta che possano giustificare un’azione simile da parte di qualcuno. I terreni non sono edificabili. Incenerire un patrimonio boschivo di questa portata non giova a nessuno. I vigili del fuoco stanno lavorando per arginare le fiamme evitando che arrivino a minacciare abitazioni o attività commerciali, visto che nella zona sono presenti diversi ristoranti.