Effetto Covid, il lago Maggiore resta senza stranieri

Crisi pesante per le due sponde sul Verbano, disdette di prenotazioni e afflussi ai minimi. Mancano soprattutto americani e cinesi

In barca sul lago Maggiore (Archivio)

In barca sul lago Maggiore (Archivio)

Laveno Mombello (5 agosto 2020) - Situazione turistica preoccupante per il Verbano che soffre l’effetto Covid e non solo. Si vive quasi alla giornata viste anche le scarse prenotazioni e il minimo afflusso turistico solo nei weekend. Del resto sino a qualche anno fa si diceva che la prova del nove per il turismo stagionale iniziava con il ponte di Pasqua, quando si iniziava a raccogliere con le prime riaperture alberghiere le prenotazioni estive. Quest’anno la pandemia ha cambiato tutto ed ora con questo inizio di agosto ci si rende conto ancora di più come in giro ci siano prevalentemente italiani, per lo più milanesi che non intendono in questa situazione di incertezze sanitarie avventurarsi in un turismo al mare o verso altre località turistiche lontane da casa. La sensazione è che i mesi persi non potranno essere comunque recuperati e c’è già chi punta al turismo autunnale, per il Verbano sempre stato abbastanza soddisfacente.

In giro ci sono svizzeri, olandesi, tedeschi, qualche francese edinglese ma mancano i cinesi e gli americani. Manca il turista dai grandi viaggi e di solito dalle grandi disponibilità economiche. Come diceva un’operatore lacustre è ancora presto per gettare la spugna a fronte però di diversi esercizi chiusi per la crisi legata alla pandemia. Mentre sulla sponda piemontese qualcosa in più si muove, sulla sponda lombarda, a parte il traffico di ieri a Laveno Mombello legato al mercato settimanale e al “mercatone di Luino”, sul lungo lago rivierasco manca il classico via vai tipico del periodo.

Una situazione simile non la si era registrata da almeno trentanni a memoria di operatori turistici locali. Ancora in questi giorni arrivano le disdette in merito a prenotazioni fatte nei mesi scorsi anche per l’autunno, quando si sperava in una diversa riapertura. La pandemia ha messo in ginocchio molte attività turistiche e con queste sono state azzerate o ridotte al lumicino tutte le principali manifestazioni turistiche estive a partire dall’annullato “ferragosto lavenese” che da oltre 60 anni era un importante punto di riferimento per la zona. Ma non sono solo gli alberghi a soffrire della situazione, ci sono anche i ristoranti, i bar e lo stesso commercio. Si lavora in particolare nei fine settimana e prevalentemente con una clientela italiana o con i soliti affezionati.

Resta sempre l’attesa di un inversione della crisi sanitaria, con normative più ottimali, sperando in un miglioramento dal punto di vista epidemico ma anche una maggiore unione fra le varie componenti in campo per giungere ad una seria e costante promozione turistica. In diversi hanno chiesto di poter utilizzare il Bonus Vacanze, ma anche questa soluzione si presenta piuttosto complicata da attuare, anche se appetitosa, visto che ad esempio in Piemonte la promozione prevede che la prima notte è a pagamento, la seconda è offerta da Regione Piemonte, la terza la offre l’albergo. Va meglio per i numerosi bed & breakfast che sono sorti come funghi nella buona stagione sulle due rive del lago.

La Camera di commercio informa che Il rapporto tra quest’anno e lo scorso è di un turista a quattro. L’anno della resistenza, lo definiscono gli operatori, quella delle seconde case in particolare. Fra le mete preferite, come sempre malgrado tutto a primeggiare resta tuttavia il golfo Borromeo con le sue isole, dall’Isola Bella all’Isola Pescatori e quindi l’Isola Madre, buona la presenza, grazie alle numerose iniziative anche per Arona. Per la sponda lombarda resta oltre a Luino ed Angera a primeggiare Santa Caterina del Sasso a Leggiuno e la funivia del Lago Maggiore di Laveno Mombello.