Varese, le Bettole tengono duro e sognano il trotto

All’ippodromo riflettori sulla stagione delle corse in tempi post-Covid. Capienza ridotta di un terzo e stop agli eventi di contorno

La premiazione di una corsa durante l’ultima stagione del galoppo alle Bettole

La premiazione di una corsa durante l’ultima stagione del galoppo alle Bettole

Varese, 1 luglio 2020 - Avrebbe potuto partire dai lati negativi o, secondo sua definizione, "dalle lamentele". E invece il presidente della Svicc Guido Borghi, nel presentare la stagione dell’ippodromo ai tempi del Covid-19, ha voluto sottolineare gli aspetti positivi e gli sforzi fatti per tornare a veder correre i cavalli alle Bettole. "Il lato positivo – ha esordito Borghi – sta nel fatto che se la problematica legata al Covid fosse nata più tardi avremmo dovuto svolgere le giornate estive di corsa al chiuso. La situazione nel Paese pare stia migliorando, dal nostro canto partiamo ma con dei vincoli precisi. Abbiamo fatto tutto il necessario per avere ambienti sanificati. Ci siamo ritrovati a dover fare le cose di fretta, basti pensare che non sapevamo fino a dieci giorni fa quello che sarebbe stato dei servizi come ristoranti e bar".

Tutto cambia. A partire dalle presenze. Con le limitazioni in vigore, anticipa Borghi, "non avremo più le tre-quattro mila persone a sera dello scorso anno, ma ci fermeremo al limite massimo di mille". Per venire incontro al pubblico e offrire un servizio a chi resterà in città non si pagherà alcun biglietto. Anzi, non potendo puntare sulle serate di gala, alla Bettole saranno trasmesse le partite più importanti del campionato di calcio. Anche perché il nuovo orario delle giornate di corsa prevede l’avvio alle 19 e una conclusione vicina alle 21.45, orario del fischio d’inizio delle ultime partite. Tutto cambia, non i consueti problemi del settore, al di là delle imposizioni da Covid-19. «Il ministero - afferma Borghi - non ha ancora fatto arrivare i fondi necessari per coprire le spese sostenute nei due centri d’allenamento. Abbiamo pagato acqua, riscaldamento, luce e gas ma la Varesina non ha ancora visto un centesimo. E noi stiamo lavorando a differenza di altri ippodromi, per questo nell’ultimo incontro con il viceministro delegato ho fatto capire come a noi spetti un trattamento diverso". Le Bettole di Varese mettono sul piatto infatti non solo la tradizione ma anche un surplus di qualità. Borghi come di consueto non si nasconde dietro a dichiarazioni di facciata.

"Abbiamo bisogno di rispetto - afferma - Il ministero non può continuare a trattare Varese come altre strutture. Si guardi a Siracusa e Napoli, realtà che hanno ricevuto fondi nonostante da anni abbiamo un numero di partenti limitato e corse di basso livello". Oltre alla schiettezza al presidente della Svicc non potrà mai essere imputata una mancanza di visione sul lungo periodo. Ecco per esempio far tornare in auge un vecchio progetto, quello dell’inserimento della pista del trotto. "È nostra volontà - dice Borghi - che l’ippodromo possa iniziare con il trotto. Per Varese significherebbe l’arrivo di premi di gruppo uno (i più remunerativi, ndr ). Potremmo ospitare alle Bettole interpreti internazionali".

Di un aumento dell’offerta, per altro, beneficerebbe tutto il sistema, rinomato per il livello dei suoi allenatori, fra i più vincenti in Europa. L’introduzione del trotto, poi, sarebbe anche modo per limitare le perdite che già aleggiano su una stagione ulteriormente complicata dal Covid. "Tutti sembrano essere convinti ci siano risorse, ma dalle scommesse arriverà metà dei soldi dello scorso anno. Verranno quindi a mancare 25-30 milioni di risorse e i danni li dovremo subire noi ippodromi e, a scendere, le altre realtà del nostro mondo".