ROSELLA FORMENTI
Cronaca

Testimone di generosità. L’ultimo saluto a Matteo: "Ha dato la vita per un amico"

Marnate, i funerali del cinquantenne trascinato dalla corrente del Toce in Valle Antigorio. Messaggi commossi di familiari, amici e colleghi. La nipote: zio, vola più in alto che puoi.

Dolore e commozione all’esterno della chiesa di Marnate dove si sono tenuti i funerali di Matteo Scarabelli

Dolore e commozione all’esterno della chiesa di Marnate dove si sono tenuti i funerali di Matteo Scarabelli

Una folla commossa ieri pomeriggio ha dato l’ultimo saluto nella chiesa di Sant’Ilario a Marnate a Matteo Scarabelli, il cinquantenne morto domenica scorsa alle Marmitte dei Giganti in Valle Antigorio, trascinato via dalla corrente del Toce mentre salvava la vita a un amico. Un gesto eroico che non sarà mai dimenticato. Ieri la pagina del Vangelo letta nel rito funebre, un passo dell’evangelista Giovanni, ricordava le parole di Gesù: "Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici".

Il parroco don Alberto Dell’Acqua ha ripetuto quelle parole nell’omelia e ha sottolineato come "ci sono gesti istintivi che rivelano la presenza di Dio, come quello di non tirarsi indietro quando qualcuno è in difficoltà, anche a costo di mettere a rischio se stessi". È stato l’ultimo gesto di Matteo che ha dato la sua vita salvando l’amico. Un marito, un papà, un amico, un collega di lavoro che lascia un grande vuoto nelle persone che l’hanno conosciuto e gli hanno voluto bene. Commoventi i ricordi al termine del rito funebre di una nipote: "Caro zio eri per me un punto di riferimento e un porto sicuro, sempre sorridente – ha detto – con il cuore spezzato ti saluto per l’ultima volta, oggi vola più in alto di tutti". Anche gli amici hanno rivolto pensieri che hanno toccato il cuore: il ritratto di una persona buona, generosa, altruista, sempre pronta ad aiutare. Un compagno della squadra di calcio con cui aveva giocato, ha ricordato come "Teo ti faceva sentire speciale", un esempio anche nello sport. Per un collega di lavoro è stato "un’anima rara". "Hai saputo esserci per tutti, eri di corsa ma sempre ci dicevi, se avete bisogno chiamatemi – ha detto commesso prima di rivolgergli idealmente la parola –. ciao Teo, te ne sei andato come sei vissuto, aiutando gli altri". A prendere la parola anche le compagne della scuola di danza e della squadra di volley delle figlie, accanto a loro i giovani calciatori della Gerenzanese che allenava. Al termine l’invito di un altro amico "battete le mani più forte che potete per Teo, se lo merita". È stato l’ultimo saluto, l’applauso un grande abbraccio a Matteo Scarabelli, il cui esempio non sarà mai dimenticato.