Mornago, tenta di strangolare la madre ottantenne

La donna, 57 anni, è accusata di tentato omicidio, maltrattamenti e lesioni nei confronti dell’anziana, malata e non autosufficiente

I carabinieri di Mornago

I carabinieri di Mornago

Mornago (Varese) - Una tragedia evitata ma quanto accaduto a Mornago è un dramma umano che ancora una volta porta l’attenzione sulle difficoltà e i disagi che accompagnano l’assistenza di una persona anziana, a casa, soprattutto quando la situazione si prolunga nel tempo. Sabato una 57enne residente in paese ha tentato di uccidere l’anziana madre strangolandola con una corda di nylon. Arrestata dai carabinieri di Gallarate, è in carcere a Como, accusata di tentato omicidio, maltrattamenti e lesioni aggravate nei confronti della madre malata che resta ricoverata all’ospedale di Gallarate ma non è in pericolo di vita.

Il dramma è emerso dopo che la 57enne ha telefonato alla figlia dicendole che la nonna aveva tentato il suicidio. Immediatamente i familiari sono arrivati nell’abitazione, il loro intervento ha evitato il peggio perché l’anziana rischiava di morire con la corda ancora stretta al collo. L’80enne, sanguinante e piena di lividi, è stata trasportata in ospedale ed èriuscita a fornire ai carabinieri gli elementi per ricostruire quanto era accaduto. Con lucidità ha raccontato dunque che non era stato un tentativo di suicidio, come sosteneva la figlia, che invece aveva cercato di ucciderla stringendole al collo una corda di nylon. È anche emerso che l’anziana, affetta da patologie cardiache che l’hanno resa sempre più bisognosa di assistenza, era vittima di maltrattamenti da oltre un anno.

Sabato la situazione sarebbe degenerata, la donna avrebbe picchiato la madre gridandole che doveva morire e le avrebbe portato la corda, tentando di strangolarla per poi simulare un suicidio. Quanto accaduto a Mornago ha riportato alla memoria il caso di Gianna Guglielmetti, 72 anni, di Jerago con Orago, che un anno fa uccise la madre di 94 anni, malata di Alzheimer. Di recente è stata assolta perché riconosciuta incapace di intendere e di volere, nei suoi confronti è stata stabilita la libertà vigilata.