Strage di Samarate, le lettere di Maja al figlio: "Trova un buon lavoro"

Poche righe e raccomandazioni dal sapore assurdo: "C’è un fisioterapista bravo"

Alessando Maja

Alessando Maja

Saranno gli psichiatri, che verranno nominati dalla Corte d’Assise di Busto Arsizio, a sondare la mente di Alessandro Maja. Una perizia super partes disposta ieri dai giudici, con il parere favorevole della Procura, per "accertare se al momento dei fatti" l’imputato "fosse affetto da malattie tali da poter comportare infermità" e per "valutare la sua capacità di intendere e di volere" quando ha sterminato la famiglia. I difensori dell’uomo hanno depositato gli esiti di accertamenti di parte, dai quali emergerebbe l’infermità mentale dell’uomo che la notte fra il 3 e il 4 maggio 2022 ha massacrato nella villetta in via Torino a Samarate la moglie Stefania Pivetta e la figlia Giulia, riducendo in fin di vita il primogenito Nicolò.

Una tragedia dal movente ancora oscuro, che le lettere scritte nei mesi scorsi da Alessandro Maja e recapitate ai familiari non hanno contribuito a chiarire. Nicolò Maja ha ricevuto lo scorso 30 ottobre, giorno del suo 24esimo compleanno, l’ultima lettera firmata dal padre. Poche righe dal carcere, con gli auguri e raccomandazioni che, alla luce di quello che è successo, suonano assurde: "Vai da un fisioterapista bravo" e "cerca un buon posto di lavoro". Una lettera, preceduta da poche altre stringate missive, alle quali il figlio non ha risposto. Da allora solo il silenzio.

Nicolò ora ha espresso il desiderio di "vedere suo padre" in aula, e per questo potrebbe partecipare alla prossima udienza, accompagnato dai familiari. Il 17 febbraio i giudici nomineranno i periti, poi partiranno gli accertamenti psichiatrici. È stata sfoltita intanto la lista dei testimoni, evitando di convocare alcune persone in aula ed acquisendo le testimonianze già verbalizzate nel corso delle indagini condotte dai carabinieri. L’avvocato Stefano Bettinelli, legale della famiglia, parte civile, non si è opposto formalmente alla perizia, anche se si prepara a dare battaglia contro l’ipotesi di un gesto di follia, che alleggerirebbe la posizione dell’imputato. Alessandro Maja anche ieri è comparso in aula, con lo sguardo basso, all’apparenza assente e impassibile. Nessun cenno rivolto ai familiari in aula, gli sguardi non si sono incrociati. I giudici dovranno pronunciarsi anche sul dissequestro della villetta di Samarate. Una casa in una zona residenziale, dal giardino perfettamente curato, dove il tempo si è fermato a quella notte da incubo.