"Scambio di aree? Spreco di suolo"

Balotta (Onlit) boccia la proposta di Sea per cargo city: "Si può riqualificare il Terminal 2, già utilizzato da Dhl"

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di Rosella Formenti

Ampliamento di cargo city a Malpensa: è il punto più importante da definire per arrivare a un’intesa tra i nove comuni del Cuv e Sea riguardo al Masterplan 2035, il piano di sviluppo dello scalo. La società di gestione aeroportuale ed Enac nell’incontro di martedì scorso hanno ribadito che lo sviluppo per il polo delle merci può avvenire solo estendendosi nei 44 ettari di brughiera, per garantire la sicurezza delle operazioni non ci sarebbe altra soluzione, fascia attualmente fuori sedime.

Soluzione contestata dai comitati e dagli ambientalisti proprio perché impone il sacrificio di un habitat unico, appunto quello della brughiera, patrimonio da tutelare. Ma l’altro giorno è arrivata al tavolo la contromossa di Sea, disponibile a restituire 32 ettari al momento interni al perimetro dello scalo in cambio dei 44 necessari per l’area cargo.

Proposta su cui stanno ragionando i sindaci del Cuv mentre non si è fatta attendere la replica di Dario Balotta, presidente di Onlit (Osservatorio nazionale per la liberalizzazione dei trasporti e delle infrastrutture).

"Nei giorni scorsi – ricorda Balotta – ho proposto di ampliare cargo city al Terminal 2, oggi ancora chiuso, la mia idea è stata bollata come fuori tempo massimo e irricevibile, come Onlit invece manderemo la proposta all’attenzione dei ministeri della Transizione ecologica e delle Infastrutture: in un momento in cui è fondamentale lavorare per evitare sprechi e puntare sul recupero è davvero inaccettabile che si vada a consumare altro suolo, nel caso 44 ettari di una fascia unica da salvaguardare com’è la brughiera, mentre si potrebbe riqualificare come polo merci il Terminal 2 che è da ristrutturare, e questo mentre Dhl sta già utilizzando al T2 le piazzuole che usava EasyJet".

Il presidente di Onlit rimanda al mittente la proposta dello “scambio“ di superficie. "La propensione di Sea, che dispone per lo scalo di ben 1.246 ettari, a una gestione sprecona e irrazionale degli spazi del sedime aeroportuale si ritrova anche nella recente proposta di “supercompensazione“, è irrealistico parlarne da parte di un concessionario che ha sempre centellinato le mitigazioni ambientali".