Morti in corsia a Saronno, Massimo Guerra si poteva salvare

La relazione di un medico due anni prima del decesso del 46enne di Lomazzo: un possibile allarme rimasto senza seguito

Leonardo Cazzaniga

Leonardo Cazzaniga

Busto Arsizio (Varese), 18 luglio 2018 - Una relazione di una pagina e mezza, in linguaggio strettamente medico. La prima testimonianza scritta sul dramma di Massimo Guerra. Un possibile allarme rimasto senza seguito. Guerra muore a 46 anni, nella sua abitazione di Lomazzo il 30 giugno 2013, sfinito dai farmaci che gli venivano somministrati, secondo l’accusa, dalla moglie Laura Taroni e dall’amante della donna, Leonardo Cazzaniga, vice primario del pronto soccorso dell’ospedale di Saronno. La relazione porta la firma di Daniele Nassiacos, responsabile della Cardiologia di Saronno. La data è il 21 novembre 2011. Il primario la consegna di persona a Paolo Valentini, dirigente medico del presidio. Il giorno dopo viene inviata via fax, con una lettera di accompagnamento, ai carabinieri di Saronno.

Guerra giunge al pronto soccorso alle 17.48 del 12 novembre 2011. È in stato di presincope. Gli vengono riscontrati «stato di sopore con tratti di bradicardizzazione estrema». Un primo esame delle urine rivela la presenza di «antidepressivi triciclici». Ma il paziente dichiara che si è solo curato con aspirina, una settimana prima, per un lieve raffreddore. È ricoverato in unità coronarica. Viene consultato lo psichiatra Elio Cocucci. Nel colloquio Guerra nega propositi di suicidio. Vista la palese incongruenza fra i dati clinici e quelli anamnestici, il 15 novembre si decide di consultare il Centro anti veleni del Niguarda. Campioni di sangue e urine vengono inviati all’Istituto di tossicologia. Le analisi svelano la presenza nelle urine di carbamazepina (antiepilettico) e flecainide (antiaritmico). Il primario Nassiacos, assente per un congresso, rientra in ospedale la sera del 18 novembre. Dispone «di trattenere il paziente fino a lunedì per un ulteriore colloquio». Guerra è chiarissimo: non sa nulla di quei farmaci. «Oggi - termina la relazione -, lunedì 21/11 al termine del colloquio, non trovando spiegazione plausibile dell’accaduto, invio rapporto alla direzione medica del presidio perché si approntino i passi necessari a chiarire per quanto possibile l’accaduto». Lo stesso giorno Massimo Guerra viene dimesso.