Saronno: amanti diabolici, farmaci nel pesto. "Così Laura avvelenava il marito"

La testimonianza di una dottoressa in servizio all’ospedale. Tra gli indagati un maresciallo dei carabinieri per omessa denuncia

Laura Taroni, l'infermiera arrestata con Leonardo Cazzaniga per gli omicidi in ospedale

Laura Taroni, l'infermiera arrestata con Leonardo Cazzaniga per gli omicidi in ospedale

Saronno (Varese), 11 dicembre 2016 - «Quale betabloccante abbassa il battito cardiaco o la pressione? Così lo metto nel pesto di Massimo». Laura Taroni, parlando con medici e colleghi, non faceva mistero del trattamento farmacologico a cui sottoponeva il marito Massimo Guerra. Non le credevano, pensando che scherzasse. Lo ricorda a verbale una dottoressa in servizio all’ospedale di Saronno. «Un giorno, qualche tempo prima del ricovero del novembre 2011 (di Massimo Guerra - ndr), certamente nell’arco di tempo in cui avevo notato questo peggioramento nei rapporti tra Laura ed il marito, mentre eravamo a mensa io, Laura e Piras Jessica (infermiera del pronto soccorso - ndr),la Taroni improvvisamente mi chiese ‘quale betabloccante abbassa il battito cardiaco o la pressione? Così lo metto nel pesto di Massimo’. Rimasi un po’ perplessa ma presi quella frase, forse infelice, come una battuta. Preciso che il betabloccante è un farmaco cardiologico che produce brachicardia e ipertensione. Risposi a Laura indicando diversi farmaci di quella categoria e illustrandone gli effetti sulla pressione arteriosa o sul battito. Preciso che le diedi questa risposta prima che lei facesse la battuta sul pesto e sul marito».

Non è una battuta. I medicinali mescolati nella pasta al pesto rientrano, secondo gli inquirenti, nella strategia della Taroni e del suo amante Leonardo Cazzaniga per la progressiva soppressione del marito della donna. Quatto anni dopo, il 12 agosto 2015, i carabinieri intercettano una telefonata delle 18.45 fra Laura Taroni e Cazzaniga. La donna deve preparare la cena per il compagno. Alla proposta di cucinare pasta col pesto, il medico si lascia andare, ridendo, a un commento esplicito: «... con il pesto, d’accordo, mi raccomando eh! Possibilmente senza Entumin!». L’associazione con il medicinale immediatamente scatta nella mente di Cazzaniga come se la donna gli stesse parlando di qualcosa di effettivamente avvenuto e di cui è perfettamente a conoscenza. Si tratta di un potente antipsicotico, con un intenso effetto sedativo e una accentuata funzione ansiolitica, che provocano la riduzione del livello di attività psicomotoria.

Taroni: Cosa hai mangiato? Cazzaniga: Oggi ho mangiato verdure e basta. Taroni: Verdure e basta ... allora ti preparo una pasta con il pesto stasera? Cazzaniga (ride): Va bene (ride) con il pesto, d’accordo, mi raccomando eh! Senza ... possibilmente senza Entumin! Taroni: Dai non dirlo ... dai scemo! Cazzaniga: Sto scherzando amore mio. Taroni: ... no cercherò di metterti dentro altro! Cazzaniga: Va bene. Taroni: Mi sa che io non la mangerò però eh! Cazzaniga: Eh ... ok d’accordo, sì, sì va bene quello. Il 12 novembre 2011, a distanza di poco tempo dalla conversazione a tre nella mensa dell’ospedale, Massimo Guerra accusa un malore improvviso. La moglie chiama la stessa dottoressa a cui aveva chiesto informazioni sui farmaci betabloccanti. Guerra viene ricoverato d’urgenza. Subisce anche un breve arresto cardiaco. Soffre di un grave intossicazione da farmaci. Viene dimesso il 21 novembre. Il primario di cardiologia invia una segnalazione al direttore medico del presidio ospedaliero di Saronno, Paolo Valentini. Valentini trasmette la segnalazione via fax alla caserma dei carabinieri di Saronno dove i tre fogli si fermano, senza raggiungere la procura di Busto Arsizio. Per questo il sottufficiale che all’epoca comandava la stazione oggi è indagato per omissione di denuncia.