SIMONA CARNAGHI
Cronaca

Varese, ruba barretta di cioccolato: ragazzo condannato a due mesi

Il padre: ci ha fatto vergognare, non lo rifarà mai più

Un carabiniere in tribunale

Varese, 6 febbraio 2018 - Una barretta di cioccolato dal costo di un euro circa si trasforma in una condanna a 2 mesi e 20 giorni con pena sospesa e non menzione. Il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a 8 mesi. L’avvocato difensore Elisabetta Brusa, sottolineando come “non sussista l’elemento oggettivo d’accusa” ha limitato di molto i danni. Protagonista della vicenda è un ragazzo di 20 anni appena compiuti. I fatti risalgono al maggio 2017, quando il ragazzo era da poco diventato maggiorenne. Il giovane era finito in manette con l’accusa di tentata rapina impropria. Tutto per una barretta di cioccolato.

In sintesi il ragazzo era entrato al Penny Market di Varese con alcuni amici definiti “cattive compagnie” dai quali si è poi allontanato. L’allora diciottenne si era infilato in tasca una barretta di cioccolato. Perché? Per fare una bravata. Ma era stato notato da un addetto alla sicurezza che gli aveva detto di rimetterla a posto. Il giovane, per paura, aveva negato di aver rubato alcunché. E l’addetto alla sicurezza prendendolo con forza sotto le braccia lo aveva portato verso l’ufficio del direttore in attesa delle forze di polizia. Il giovane spaventato, per stessa ammissione dell’addetto alla sicurezza ascoltato in aula, aveva cercato di divincolarsi rompendo gli occhiali dell’addetto alla sicurezza. Una volta in ufficio aveva cercato ancora di ribellarsi colpendo l’uomo “con due sberlette”, come asserito dal testimone.

Per il giudice ci furono minaccia e violenza e ieri è arrivata la condanna: la barretta di cioccolato da un euro è costata due mesi e 20 giorni. Barretta che “ironia della sorte è poi stata pagata”, ha sottolineato l’avvocato Brusa. In aula ieri era presente il padre del giovanissimo imputato: "Ha sbagliato - ha detto l’uomo molto arrabbiato con il figlio - ci ha fatto vergognare. Io e sua madre abbiamo chiesto personalmente scusa all’addetto alla sorveglianza offrendoci di ripagargli gli occhiali. Mio figlio ha agito da stupido - ha concluso il padre - posso garantire che non lo rifarà mai più".