Risolto il cold case del giovane ucciso nel Medioevo

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Altro che i cold case dei telefilm americani che ricostruiscono i delitti avvenuti qualche decennio prima. A Cittiglio gli studenti del Dipartimento di Biotecnologie dell’Università dell’Insubria hanno scoperto l’omicidio a colpi di spada di un giovane vissuto nel Medioevo. La scoperta è stata fatta applicando metodologie scientifiche all’avanguardia sui resti rinvenuti in una tomba, la numero 13, del cimitero di San Biagio. La sepoltura è datata tra l’XI e il XIV secolo ed è stata localizzata di fronte alla facciata romanica nell’atrio della chiesa, nell’ambito di studi compiuti con la Soprintendenza. Alla professoressa Marta Licata e alla ricercatrice Chiara Tesi non sono sfuggite le lesioni sul cranio: quattro ferite compatibili con colpi violenti. Grazie all’aiuto del Dipartimento di Preistoria e Antropologia dell’Università di Siena è emerso che il soggetto era stato ripetutamente colpito al cranio con un’affilata arma da taglio, compatibile con una spada lunga dell’epoca. "Non indossava l’elmo ed è stato colto di sorpresa: un primo colpo gli ha lasciato una lieve ferita di striscio nella parte superiore del cranio – spiega Chiara Tesi – Poi si è girato per fuggire ma è stato colpito con altri due fendenti che hanno provocato l’asportazione del padiglione auricolare e della nuca inferiore. Infine, ormai a terra, è stato ucciso con un colpo vibrato con violenza sulla nuca".

Il luogo della sepoltura fa pensare che il giovane facesse parte di una famiglia di elevato rango sociale. "L’aggressione mortale, caratterizzata da una violenza finalizzata al rapido annientamento, ci fa ipotizzare una premeditazione". Una storia così avvincente da essere pubblicata dal “Journal of Archaeological Science: Reports“, una delle più autorevoli riviste di archeologia scientifica.

Roberto Canali