
La villetta di Sesto Calende e le indagini sul decesso di Maria Luisa Ruggerone
Busto Arsizio, 28 maggio - Il 14 luglio del 2019 Maria Luisa Ruggerone, ex primario del Niguarda di Milano, muore per cause naturali, a 88 anni, nel suo villino alla frazione Cocquo, a Sesto Calende. Escluso ogni tipo di traumatismo. A stroncare l’anziana dottoressa è una peritonite stercoracea che provoca una violenta, copiosa emorragia. E’ l’esito della perizia eseguita dal perito Luca Tajana, dell’Istituto di medicina legale di Pavia. Udienza con la formula dell’incidente probatorio. Davanti al gip di Busto Arsizio, Luisa Bovitutti, si discutono la perizia e un supplemento richiesto al perito sulla base delle considerazioni portate da Rita Celli, consulente medico legale di Maurizio Fantoni, il figlio della donna. Questi è da sempre tenacemente convinto che la madre sia morta dopo essere stata aggredita e avere subito una violenza brutale. Per il perito Tajana l’ipotesi sulla causa della morte che riscuote il credito maggiore è quella di una "perforazione su base spontanea" con una "emorragia del plesso emorroidario".
E’ da escludere "con certezza" che l’emorragia mortale possa essere stata causata da un fatto traumatico. Viene attribuita importanza alla circostanza che la morta facesse largo uso di un integratore per facilitare il traffico intestinale. Il perito definisce "modestissime" le lesioni esterne (ecchimosi ed escoriazioni) rilevate nell’autopsia che non indicano in nessun modo l’azione di estranei. Il medico risponde alle domande del gip Bovitutti, del pm Martina Melita, a quelle, serrate, dell’avvocato Furio Artoni, legale del figlio di Maria Luisa Ruggerone.
La peritonite stercoracea rimane l’unica spiegazione? "Alla mia domanda - dice Artoni al termine dell’udienza - se possono esserci altre ipotesi, il perito ha risposto che questa è l’ipotesi più probabile. Incalzato su questo aspetto, ha risposto che non ritiene che ci sia stato traumatismo, ma neppure lo si può escludere a priori. Anche perché ha ammesso che non sono stati eseguiti tamponi per accertare l’eventuale azione di terze persone né sono stati usati liquidi di contrasto per rilevare eventuali abrasioni non visibili a occhio nudo. La conclusione, per noi, è che per la morte di Maria Luisa Ruggerone possono essere avanzate altre ipotesi".
Il legale annuncia che verranno richiesti al gestore i tabulati telefonici per ricostruire il traffico il giorno del decesso della dottoressa e nei giorni precedenti, chi sono stati gli interlocutori, se ce n’è stato qualcuno più assiduo di altri. Gli atti sono passati al pm che deciderà se rinnovare la richiesta di archiviazione del fascicolo oppure proseguire con le indagini.